La verità congelata

Durante la guerra tra Angioini e Aragonesi (1458-1464) per la conquista del  Regno di Napoli , comandava l’esercito di Ferrante  in Calabria  Maso  Barrese. Non c’è da stare allegri quando nelle guerre si ha a che fare con personaggi di crudeltà inaudita. Ieri come oggi. Il Barrese conquistò, sul versante settentrionale della Sila, Terranova e San Giorgio “dalla cui rocca- scrive il Pontano nel suo De Bello Neapolitano- ordinò che fossero gettati, dai pinnacoli più alti, giù nelle rupi più scoscese Rogerio Origlia, cavaliere napoletano, ed altri due nobili; uno spettacolo senza dubbio orrendo, disumano, nuovo, in quel tempo, e per la sua crudeltà immediatamente e apertamente disapprovato in Italia, da amici e da avversari”.

Proprio tutti concordi gli italiani nel disapprovare strage così orrenda? ” Ci sono di quelli – precisa il Pontano- che giustificano  il fatto, poiché Giovanni Barrese, fratello di Maso, nella piazza di Cosenza, senza un giustificato motivo venne fatto a pezzi dal popolo. Così con questo genere di vendetta, proprio lui, Maso, avrebbe voluto vendicare la morte del fratello”.   E gli italiani, oggi, di fronte all’aggressione dell’Ucraina? C’è chi afferma che non è opera della Russia, ma provocazione della Nato

Si ascoltano le motivazioni più stravaganti per giustificare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E anche di fronte a spettacoli orrendi si prova sempre di addossare ad altri la colpa delle malefatte.

Mi viene in mente quel passo di Plutarco (Moralia, De Profectibus in virtute) in cui si dice che c’è una città fantastica dove gli abitanti pronunciano parole che si congelano per il freddo e si scongelano con il caldo; accade perciò che le parole dette dalla gente  d’inverno vengono ascoltate solo con l’arrivo della stagione calda.

Nella primavera del 1940, nella foresta di Katyn, oggi in Bielorussia, vennero giustiziati più di 22.000 prigionieri di guerra polacchi. Tre anni dopo ne diede notizia la radio tedesca.  Gli Alleati furono concordi nell’attribuire il misfatto ai nazisti, malgrado una commissione internazionale di medici avesse stabilito con esame autoptico che l’eccidio era avvenuto prima che la Germania invadesse la regione. Dopo la fine dell’URSS, venne  provato, con   documenti certi, che l’eccidio degli ufficiali  polacchi a Katyn facesse parte di un progetto più vasto, che provocò la soppressione di intellettuali, ufficiali, docenti universitari, imprenditori, poliziotti, sacerdoti. Della commissione d’inchiesta internazionale, che certificò essere il massacro, senza ombra di dubbio, opera  dei sovietici, faceva parte anche il prof. Vincenzo Mario Palmieri (1899.1994), docente di medicina legale nell’Università di Napoli, che pagò con la gogna mediatica per tutto il resto della sua vita l’aver contribuito all’accertamento della verità su quel massacro.

Le parole che nella città fantastica di Plutarco rimangono congelate per metà dell’anno, nel caso dell’eccidio di Katyn lo  sono rimaste per cinquant’anni.

Se potessimo anche noi, oggi, congelare tutte le “stravaganze” che si dicono a giustificazione dell’aggressione russa, mi domando dopo quanto tempo le potremmo risentire?  L’attesa, forse,  sarà più breve, a causa del riscaldamento del pianeta. Non certo  per rinsavimento.

Virgilio Iandiorio

La verità congelataultima modifica: 2022-08-30T10:07:09+02:00da manphry
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