Rimedi e veleni con le erbe,

Erbe, fiori, frutti sono stati sempre considerati validi per curare ogni forma di malattie del corpo. “Questi soli rimedi erano piaciuti alla natura, pronti in ogni luogo, facili a trovarsi e non dispendiosi, fatti con cose con cui viviamo (Plinio, Naturalis Historia, XXIV,1).

Nei nostri paesi, diverse cure del corpo venivano affidate a rimedi forniti dal mondo vegetale. Una diarrea si curava mangiando sorbe. E quando, al contrario, si soffriva di stitichezza, il rimedio erano le susine. Ecco perché si aveva cura di seccarle in abbondanza e mangiarle nella stagione invernale o utilizzarle per fare il decotto. Molto lassativo.

Il mal di pancia si curava con un buon decotto di camomilla. Così quando questa era in fiore e si trovava spontanea in tutti i prati, se ne faceva provvista. Si seccava e poi all’uopo si usava per tisana.

Il sedano poi, comunemente dalle nostre parti chiamato “accio”, ha proprietà digestive e diuretiche, Con il baccalà è una goduria.

L’aglio, che fa arricciare il naso par l’alitosi e fastidi allo stomaco durante la digestione, ma crudo o cotto,  riduce la pressione sanguigna, abbassa il colesterolo e combatte anche il raffreddore.

Una foglia di salvia è utile per pulire i denti, quando non esistevano i dentifrici e gli spazzolini.

Anche le ortiche, opportunamente pestate, venivano usate per applicazioni sulla pelle a scopo terapeutico.

Non tutte le erbe, foglie, frutti sono delle ottime medicine. Perché alcune sono tossiche. Più di mezzo secolo fa, nel mio paese, un gruppetto di ragazzi  non ancora adolescenti, forse entusiasmati dai racconti delle gesta  erotiche dei ragazzi più grandi, vollero provare a fare gli adulti pure loro. C’è una pianta che cresce spontanea nelle nostre zone e che tutti conoscono col nome dialettale di tutomaglio  (Euphorbia Helioscopia). Secerne alla rottura dello steso un abbondante lattice bianco che contiene una sostanza velenosa, comune a tutte le Euphorbia. Ad esempio, è sufficiente porne una sola goccia sulla lingua per provocare una intensa irritazione della gola per svariate ore. Uno di quei ragazzi temerariamente volle provare a vedere l’effetto che avrebbe fatto questo lattice sul proprio pene. Se ne stillò una goccia sul prepuzio. Avvenne quello che non prevedeva. Si gonfiò a dismisura il suo organo, tanto che dovettero ricoverarlo d’urgenza in ospedale. La notizia dell’accaduto  fece subito il giro del paese. Peccato, però, che l’esperimento non sortì l’effetto sperato. Se fosse andato a buon fine, quei ragazzini avrebbero anticipato  di mezzo secolo le case farmaceutiche produttrici del Viagra.

Ricordate tutti il famoso adagio “una mela al giorno toglie il medico di torno”? Il riferimento va alle proprietà di questo frutto, giovevoli alla salute dell’organismo. En passant, vorrei anche ricordare, senza sconfinare nella fanta-toponomastica, che il nome Abellinum andrebbe associato ad “apple”, mela, come viene chiamati il frutto in molti paesi europei.

Rimedi e veleni con le erbe,ultima modifica: 2023-12-21T13:38:50+01:00da manphry
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