E’ ambigua l’Europa?

A scuola i prof. di lettere ci ripetevano spesso che per studiare bene uno scrittore o un poeta bisognava “inquadrarlo nel suo tempo”. Col tempo ho scoperto che anche il lettore va inquadrato nel suo tempo. Voglio dire che il lettore subisce l’influenza del clima culturale, che regna, al momento della sua lettura.

Quando nel 2002 venne pubblicato il libro di Biagio de Giovanni “L’ambigua potenza dell’Europa”, fui subito incuriosito di leggerlo. Ma c’era qualcosa che mi risultava poco chiara e per quanto leggessi il libro non riuscivo a penetrare nelle oltre cinquanta domanda che l’autore si poneva nella sua argomentazione. Era il momento in cui l’Unione Europea sembrava cosa fatta. Che cosa c’era di ambiguo in questo? Proprio non riuscivo a capirlo.

Allora mi misi a sottolineare tutti i passi del libro, molti, che si concludevano con il segno di domanda. “L’allargamento dell’Unione fino ai confini della Russia, fino a comprendere i paesi baltici, è anche unificazione dell’Europa, o è un “fatto” in cui l’Europa va oltre se stessa, subordinando la propria identità a una necessità puramente politica?”. “Ma la diffidenza e la distanza di “Europa occidentale” da “Europa centrale e orientale” potrebbe non essere placata dalla sola estensione delle regole, dalla semplice organizzazione unitaria degli spazi; potrebbe toccare questioni che riguardano identità primarie, dubbi e problemi che la storia degli ultimi cinquant’anni ha soltanto contribuito ad aumentare. Sono questioni fondate, o semplicemente amplificate dalla rottura del dialogo politico seguita all’irrompere della “guerra fredda?”.

Le diffidenze dei nostri giorni sull’Unione Europea, poggiano su lontani presupposti che non sono l’invasione russa dell’Ucraina. Che dire poi delle richieste quotidiane di uscire dall’ Unione Europea? Anche queste anticipate nel libro.

Così de Giovanni:“ Il problema è diventato: come “stare insieme” nell’unità dei due sistemi, senza che i due sistemi, quello interstatale e quello post- e sovranazionale, entrino in conflitto fino ad esplodere? E senza che la necessità di questo rapporto faccia entrare in crisi gli interna corporis di ciascuno? Come si governano Unione monetaria e cittadinanza, che fanno parte del Trattato sulla Comunità, insieme a politica estera e di difesa che fanno parte del Trattato sull’Unione? Non c’è il rischio di un insolubile groviglio istituzionale? Che significa effettivamente “stare insieme” nell’unità del sistema? In che senso questa è una possibilità effettiva? In quale quadro questo stare insieme produce “equilibrio”?.

Noi non comprendiamo quello che  sta facendo la Russa, e quelli che dicono di saperlo, non fanno che ripetere vecchi pregiudizi anti occidentali, e anti UE.  Scrive Mikhail Shishkin,  esule russo che conosce bene il suo paese, nel suo  libro Russsski Mir: Guerra o Pace, pubblicato nello scorso agosto:”  In risposta alla sfida delle rivoluzioni variopinte il regime (russo) sviluppò la dottrina della guerra ibrida…Corruzione di politici e giornalisti, propaganda sui media tradizionali e sui social network, attacchi informatici, disinformazione, trolling attraverso  fake account su Internet: tutto questo è la guerra ibrida dello Stato Maggiore russo. E l’Europa è già nel mezzo…Il denaro russo sta corrodendo l’occidente. L’obiettivo inconfessabile è il crollo dell’Europa, che viene evocato e rievocato ogni sera dalla televisione russa”.

Virgilio Iandiorio

E’ ambigua l’Europa?ultima modifica: 2023-02-08T19:40:29+01:00da manphry
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