Letteratura rivendicata.

La letteratura è lo specchio di un popolo, che in essa si racconta: la sua storia la sua cultura le sue speranze e le sue delusioni. Parlare di letteratura dell’Ucraina, quando le bombe piovono sulla testa dei suoi abitanti,  in un’aggressione che trova la legittimazione nella testa del presidente della Russia, può sembrare un esercizio retorico, perfino fuori luogo in tempo di guerra. Eppure bisogna sapere da dove viene tanto accanimento ad offendere da parte della Russia e tanta ostinazione degli Ucraini a non cedere alla prepotenza del più forte.

Pochi anni dopo l’indipendenza dal blocco sovietico, Oxana Pachlovska, docente di Ucrainistica alla Università  La Sapienza di Roma, ha pubblicato nel 1998 per l’editore Carocci il volume Civiltà letteraria ucraina. La letteratura di un popolo nasce con la sua storia, e si vanno a rintracciare le prime testimonianze di esso proprio nelle parole che hanno lasciato nei miti o  in qualche modo vergate.

“L’impresa è quanto mai ardua -scrive l’autrice nell’introduzione-. In effetti sia la letteratura ucraina che l’Ucraina tout court sono per l’Europa occidentale un’Atlantide sommersa. Eppure, paradossalmente, l’Ucraina è da sempre protagonista silenziosa di grandi vicende europee, anche se il suo è sempre stato il protagonismo negato di una cultura proibita”.

In questi due aggettivi, negato e proibito, è racchiuso , forse, il dramma attuale dell’Ucraina, un paese a cui viene negata l’ esistenza di nazione libera,  e proibito di esprimere la propria cultura.

“in effetti- annota la nostra autrice-, fino a poco tempo fa praticamente tutta la storiografia ufficiale sull’Ucraina,, sia quella russa zarista che quella sovietica, non è stata altro che un sofisticatissimo falso, e come tale è direttamente passata con tutte le sue storture, nella storiografia europea. Di conseguenza tutta la storiografia ucraina che interpretava l’Ucraina come fenomeno politico e culturale autonomo è stata sottoposta ai divieti più rigorosi e assurdi nel loro insieme” (p.45).

“E’ solo dal 1989 che comincia un processo di liberalizzazione, inaspettatamente rapido e intenso… E quindi si comincia solo ora a riscrivere la storia, sinora redatta esclusivamente dai vincitori. E i vinti smettono di essere tali quando, con la loro consapevole testimonianza, possono finalmente contribuire a far luce su verità da troppo tempo sepolte” (p.33).

Sulle sponde  del Mar Nero , grazie alla presenza ellenica “Per sette secoli la cultura del Mediterraneo ha avuto modo di dialogare con l’universo che Erodoto nel V secolo a. C. esplora in prima persona.. Ed è forse in questo humus che va ricercata la concezione di uno Stato come necessità della società e strumento del popolo, e non già struttura sovrumana e autocratica di un paese di stampo orientale” (p.50). In questo libro l’autrice  intende “sottolineare come caratteristica della cultura ucraina nell’universo slavo orientale è proprio il codice antropocentrico che la contraddistingue, e che tanto deve al retaggio greco”.

“Nel 1991, con la proclamazione dell’indipendenza, comincia il periodo della rinascita dello Stato dell’Ucraina. Il paese rinasce come repubblica con il nome di Ucraina”(p.58). Ahimè, cominciano anche le disgrazie di questo paese, che sta pagando a caro prezzo l’indipendenza e la libertà.

Virgilio Iandiorio

Letteratura rivendicata.ultima modifica: 2022-05-27T22:53:03+02:00da manphry
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