Dante visto dagli USA

Quanti sono i modi per onorare il Divin Poeta, in questo anno a lui dedicato? Ognuno lo fa con quello che ha appreso, ha studiato e conosce del Padre della nostra letteratura. Dalla  terra irpina non provengono soltanto dei grandi studiosi di Dante, quale è stato Francesco De Sanctis; ma l’interesse per il Poeta è come un albero  così ben radicato nel nostro humus da produrre frutti anche al di fuori di esso.

E’ accaduto  negli Stati Uniti che a tradurre la Divina Commedia in inglese, e in rima, sia stato un poeta e scrittore nato da immigrati irpini. Il poeta John Ciardi (1916-1986) in venti anni ha portato a compimento l’immane lavoro della traduzione del Poema.

“Il contributo più consistente degli italiani alla letteratura americana sarebbe venuto dai figli degli immigrati…  Gli anni quaranta e cinquanta del XX secolo videro comparire i poeti americani di origine italiana. Il lavoro di John Ciardi primeggia tra i contributi degli scrittori americani di origini italiane. John Ciardi, in qualità di poeta e critico, ha aggiunto una nuova dimensione all’italianità in America nel 1965 dando al mondo una nuova traduzione di Dante, che ha superato il milione di copie in edizione economica. Autore di più di quaranta libri di poesia e di critica, l’attività lavorativa di Ciardi ha contribuito forse, più di quella di qualsiasi altro americano, a rendere popolare la poesia. Il lavoro di Ciardi piuttosto che focalizzarsi sul proprio retroterra italiano, raggiunge e porta la coscienza americana verso l’Italia. Attraverso le sue traduzioni, il suo uso degli schemi poetici italiani nelle sue creazioni in inglese, o l’uso di soggetti italo/americani in parte della sua poesia, Ciardi utilizza la propria conoscenza dell’italiano per creare arte americana e, così facendo, rende l’Italia accessibile ai suoi lettori”. Così scrive Fred Gardaphé, di origine pugliese, Professor of English and Italian American Studies- Queens College, nel suo articolo “Gli scrittori italo/americani e la tradizione”, in Altre Italie. Rivista internazionale di studi sulle popolazioni di origine italiana nel mondo, n. 4 genn.- dic. 1996, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli.

Un altro fine intellettuale, Lawrence Baldassaro, la cui famiglia di origine era di Montefalcione,   ha dedicato interesse particolare a Dante. Il prof. Baldassaro, che dal 2009 è Professor Emeritus nell’ University of Wisconsin-Milwaukee, è stato Fulbright Fellowship, Lecturer in American Literature (1969-70) nell’ University of Bologna, dove ha seguito i corsi di Ezio Raimondi (1924-2014) docente di letteratura italiana.

Nel 1975 Lawrence Baldassaro ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Lingua e Stile un suo articolo dal titolo “Structure and Movement in Purgatorio X,”. Si tratta della prima cornice del  Purgatorio, dove si purga il peccato di superbia, che Dante descrive  sotto certi rilievi d’antiche immagini.

“I lettori della Divina Commedia – fa rilevare il Baldassaro- sono inevitabilmente colpiti dal sorprendente realismo della descrizione di Dante dei rilievi di marmo sulla prima cornice del Purgatorio. I critici, tuttavia, hanno prestato relativamente poca attenzione al canto X, forse a causa della sua collocazione tra i canti non drammatici e strutturali della Commedia. In effetti, il canto è stato meno interessante per gli studiosi di Dante che per gli storici  dell’arte che sono ansiosi di sottolineare la consapevolezza di Dante degli sviluppi contemporanei nelle arti visive. Quale prova potrebbe esserci nel canto X che dimostri  il debito di Dante verso altri artisti,  è meglio che lo decida lo storico dell’arte. Ciò che è importante, tuttavia, è che gli studiosi non considerino la rappresentazione di questi rilievi come  un semplice tour de force verbale, un’appendice di poesia descrittiva fuori dal comune. Il presente studio si basa sul fatto che non è necessario cercare oltre la Divina Commedia per apprezzare il significato artistico dei  rilievi del Purgatorio. Esaminando, sia linguisticamente che strutturalmente, la rappresentazione di Dante di questi rilievi, spero di dimostrarlo. Essi non sono, infatti, solamente  una parte integrante dell’unità estetica del canto X, ma anche rappresentativi della funzione dell’arte come Dante la percepisce nella Divina Commedia”.

La lettura del saggio di Baldassaro e quella della traduzione della Commedia di Ciardi ci  possono aiutare a comprendere che cosa significhi italianità fuori della patria. Per noi, che viviamo in patria, gli emigrati italo-americani che   si distinguono nei diversi campi del sapere e delle libere attività diventano una bandiera da sventolare e da esibire con orgoglio. Quasi che la pura e semplice appartenenza allo stesso luogo, o la derivazione da esso, sia di per sé un valore, anzi il “valore”. Cerchiamo, perciò, di capire come gli italo-americani si “vedono”, cosa pensano di noi che restiamo al di qua dell’oceano. Senza il filtro fuorviante di un sentimentalismo che ha fatto il suo tempo. E l’anno di Dante può risultare senz’altro utile.

Virgilio Iandiorio

Dante visto dagli USAultima modifica: 2021-12-12T23:14:50+01:00da manphry
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