Attentati e attentatori

L’uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani a Bagdad ha generato, come era prevedibile una ridda di reazioni e di discussioni. Se diventa motivo di disputa il gesto del Papa che si infastidisce per la spinta di una donna in piazza San Pietro, a maggior motivo l’attentato militare al generale iraniano da parte degli Stati Uniti, non poteva non attirare l’interesse e la preoccupazione del mondo intero. Ognuno vuole dire la sua, pro o contro l’intervento americano.

Quando, poi, si tratta di eventi di grande gravità per il mondo intero, la reazione della gente, quella espressa a parole, è direttamente proporzionale alla distanza; più è distante da noi l’evento e più si mette in moto l’armamentario di frasi, parole roboanti, vuote, ma adatte a giustificare qualsiasi tesi.

Alessandro Manzoni ci ha descritto qualcosa del genere ne I Promessi Sposi. Tra il conte Attilio e il podestà nel castello di don Rodrigo è in corso una disputa su una questione cavalleresca, se sia lecita la bastonatura che un nobile ha riservato al messaggero latore di una sfida: Attilio sostiene che essa è legittima, mentre il podestà afferma il contrario in ossequio al diritto romano e alla tradizione per cui l’ambasciatore è persona inviolabile. A Padre Cristoforo venuto nel castello  per altre ragioni, e capitato nel bel mezzo della disputa, viene chiesto un parere in merito

Quand’è così,„ riprese il frate, “il mio debole parere sarebbe che non vi fossero né sfide, né portatori, né bastonate.„

“In verità,„ rispose il dottore, tenendo brandita in aria la forchetta, e rivolgendosi al padre, “in verità io non so intendere come il padre Cristoforo, il quale è insieme il perfetto religioso e l’uomo di mondo, non abbia posto mente che la sua sentenza, buona, ottima e di giusto peso sul pulpito, non vale niente, sia detto col dovuto rispetto, in una disputa cavalleresca. Ma il padre sa meglio di me che ogni cosa è buona a suo luogo; ed io credo che questa volta abbia voluto cavarsi con una celia dall’impiccio di proferire una sentenza.„ (I promessi sposi, cap. V).

Nel caso dell’uccisione del generale, i mezzi di comunicazione non aiutano a chiarire le idee del vastissimo pubblico degli ascoltatori e dei lettori. Paura e aggressione spesso nascono appaiate (W. Davies, 2018 p.32); la paura scatena nelle folle un circolo vizioso in cui la percezione della  minaccia viene amplificata e l’ansia cresce a tal punto che basta la sensazione della violenza a produrre violenza vera e propria (ibidem, p.40)

Nel 2014 un sondaggio del Washington Post ha chiesto agli americani se gli Stati Uniti dovessero intervenire militarmente a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina avvenuta nello stesso anno… solo un americano su sei è stato in grado di identificare l’Ucraina su una carta geografica (T. Nichols, 2019, p20).

Che risultati darebbe dalle nostre parti un sondaggio  sull’Iran, come quello statunitense di 6 anni fa? Siamo sicuri che tutti indicheranno la  posizione dell?iran sulla carta geografica? Eppure sarebbe tanto utile conoscere la storia dei nostri rapporti con i paesi, che oggi sembrano diventati focolaio di guerra. Amici iraniani mi hanno detto che  nel loro paese dell’Italia viene ricordato  Enrico Mattei, fondatore di ENI, che coinvolse i paesi produttori al 50% nella produzione e nello sviluppo delle proprie risorse. Quando si tratta alla pari con le persone, cadono immancabilmente i motivi di scontro. Siamo, però, più abili a propagare opportunità di violenza che a ridistribuire il potere.

Virgilio Iandiorio

Attentati e attentatoriultima modifica: 2020-02-04T12:10:31+01:00da manphry
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