Leonardo de Martino poeta arbreshe

Leonardo de Martino nacque a Greci, il paese arbreshe della Campania, nel 1830. Frate francescano, venne inviato missionario a Shkroda (Scutari) nel 1865. In questa città, con il sostegno dell’allora ministro italiano della Pubblica Istruzione, Francesco Crispi (di origine albanese), Padre de Martino aprì la prima scuola italiana in Albania. Morì nel convento dei Frati Minori di Sarno nel 1923. Il nome suo è legato al libro ” L’Arpa d’un Italo-Albanese” , pubblicata a Venezia nel 1881: raccolta di poesie e di prose, composte parte in italiano, parte in albanese, di un poeta versatile, raffinato e brillante.
Nel 2002 l’editrice Prishtinë, Shpresa ; Faik Konica ha curata l’ edizione in albanese” Harpa arbnore : poezi / Leonardo De Martino”, traduzione di Anton Nikë Berisha, con introduzione di Ernesto Koliqi (1903-1975).
Il libro di Padre de Martino, più che un libro sull’identità albanese è il racconto di uno che la storia di questa nazione se la fa raccontare dalle persone che ha conosciuto, dai propri incontri. Questo libro ci fornisce anche indicazioni a proposito del discorso, non generico, sull’identità. Sembra proprio che Padre Leonardo si ponga il problema dell’ “io chi sono”. Non ciò di cui una persona è fatta, in cui una persona consiste. Tutte queste sono appartenenze che non ti scegli, ma che ti sono date, con le quali ti identifichi e per le quali ci tieni. E’ lo specifico rapporto con singole persone a costituire il tessuto di questa identità. Ed è per questo che Padre de Martino ha scelto di raccontare la storia di una famiglia e di una comunità. E da questa “relazione” viene fuori l’ identità e viene fuori Leonardo de Martino.
La Civiltà Cattolica, anno XXXII, 1881 recensendo “ L’arpa di un italo-albanese” scriveva: “E’ un bel volume di poesie, divisa in due parti, la prima di componimenti italiani, la seconda di albanesi. Lasciando il giudizio di questi a persone più competenti, delle poesie italiane non possiamo dire che bene. Verità e sentimento ne’ concetti, novità e leggiadria nelle immagini e nelle figure, eleganza nella forma e nel colorito poetico. Il ch. Autore ha reso anche più pregevoli sì questi e sì gli altri componimenti albanesi, illustrandoli con documenti storici e note di vario genere. Finalmente la stessa materialità del libro conferisce a renderlo commendevole, essendone riuscita l’edizione molto elegante per la finezza della carta, la bellezza de’ caratteri e tutti gli altri pregi tipografici”.
Il libro si apre con la dedica al cugino morto non ancora quindicenne: Alla / cara e imperitura memoria / dell’egregio e rimpianto / non anco trilustre giovanetto/ Giuseppe De Martino di Greci / intimo cugino e compagno dilettissimo/ de’ miei più teneri anni/ rapito troppo presto ai vivi / perché col suo raro ingegno poetico /fosse un bel giorno/ d’Italia insieme e d’Albania / nobile lustro e decoro/ questo poetico libriccino/ nato a dispetto dell’avversa fortuna/ quindi povero di volume e di merito/ ma ricco dell’antico affetto/ a modesto ricordo di famiglia/ dedico e consacro/ ossequente.
Dopo la famiglia, il suo paese con i primi due sonetti dedicati al patrono di Greci san Bartolomeo: Nel dì sacro all’apostolo San Bartolomeo sonetti improvvisati nel collegio omonimo francescano delle missioni estere. E in nota egli aggiunge:” La poesia e la musica, queste due arti sorelle, ispirate al sentimento della religione cristiana, è con quest’inno che si danno la mano e stringono una santa alleanza, per iniziare una sublime missione in Albania, quella cioè di rinnovare colla loro divina possa, distruggendo ed edificando ad un tempo, i prodigi che narransi operati dal mito di Orfeo colla sua magica lira”.
Virgilio Iandiorio

Leonardo de Martino poeta arbresheultima modifica: 2015-01-24T18:07:42+01:00da manphry
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