Il curioso aneddoto di Ismaele Namias

I libri, si sa, dovrebbero essere letti nella loro interezza, perché anche nelle note si trovano cose molto interessanti. Nella nota, infatti, al sonetto Per un Quadro rappresentante la Crocifissione di Gesù Cristo dipinto da Adeodato Malatesta per la Chiesa de’ PP. Cappuccini in Bologna, scritto dal dott. Ismaele Namias, e inserito nel libro “L’arpa di un italo-albanese”, Leonardo De Martino riferisce questo fatto veramente singolare:
” Curioso davvero questo bel sonetto d’ un ebreo sulla crocifissione di Gesù Cristo ! Appunto perché d’un ebreo, destò naturalmente gran sensazione qui in Venezia; dove, trovandomi io di passaggio in quell’ anno (1866), come nel presente (1881), mi fu dato a leggere manoscritto da questi ospitali ed ottimi PP. della Vigna.
Ma il più bello si è il seguente aneddoto, che pure si racconta a proposito del Namias, ormai ito in seno ad Abramo da circa sei anni fa. Valente medico, come bravo poeta, venne egli chiamato una volta a curare un infermo, forestiero ed ospite in casa di ragguardevoli cattolici spagnuoli domiciliati in questa monumentale città, ove il numero de’ buoni fu sempre il massimo in ogni tempo. Vi andò, lo curò per alquanti giorni ; ma vedendo che il male andava invece peggiorando, esattissimo com’ egli era nell’ adempimento del suo dovere, fé sentire in bei modi all’ ammalato che ormai non v’era più speranza di guarigione per lui, e che però mandasse a chiamare il prete, e si disponesse a ben morire. A quest’ ultima e si amara ricetta, il povero paziente, creduto sino a quel punto cattolico, con sorpresa ed imbarazzo della famiglia ospitale, si palesò per quello che realmente egli era, e rispose:
— Dottore, la mi scusi ; non occorre disturbare il prete, né chicchessia; io sono protestante.
— Lei protestante ? ! Oibò! -soggiunse il Namias- Mi pare impossibile che un uomo, suo pari, così colto, cosi esperto ed assennato sia stato sin qui e, quel ch’ è peggio, debba finire meschinamente protestante ! La senta, mio caro; io sono israelita, è vero : ma la penso e ragiono così: Aut aut, qui non c’è via di mezzo; o il vaticinato Messia è già venuto al mondo, o dovrà ancora venire. Se egli è venuto, è venuto precisamente come lo professa la Chiesa Cattolica, e come l’ ammettono i puri cattolici, co’ loro dogmi, colla loro morale, colla loro disciplina, colla loro liturgia, co’ loro sagramenti, colla loro gerarchia ecclesiastica, col loro Papa insomma, ed allora hanno ragione essi cattolici. O dovrà ancora venire, e in tal caso abbiamo ragione noi ebrei. Ma il protestantismo, glielo assicuro io, è una credenza fondata sull’ arena, non ha nessuna ragion di esistere; è un assurdo, un madornale paradosso; o veramente l’ è una grande menzogna, una fiaba da gabbare i gonzi, i fannulloni, gli uomini senza criterio, e buona a favorire i malvagi, gli atei, i libertini, nulla più. Ne sia pur certo, mio caro signore, l’ è proprio così.
Chi il crederebbe? Eppure gli è un fatto notorio e risaputissimo in Venezia, che il povero ammalato protestante, colpito dalla forza del dilemma israelitico, e tocco da lume superno, si riscosse come da un profondo letargo, mandò subito a chiamare il prete cattolico, abiurò l’ errore della sua setta, rinacque alla vita spirituale in grembo alla vera Chiesa di Gesù Cristo; e coll’ abbracciare il cattolicismo, ricuperò ad un tempo la salute dell’ anima, e per avventura anche quella del corpo. Laddove il Namias, che seppe si bene predicare e convertire il protestante, egli che dettava quel stupendo sonetto sulla crocifissione di Gesù Cristo, non seppe poi filare ancor meglio la logica argomentazione sulla verità della Fede per convertire se stesso ; o forse non seppe vincere il rispetto umano e il temporale interesse, quindi rimase nel suo reprobo senso giudaico, e morì ebreo, qual’ era nato e vissuto i . . . Giudizi di Dio imperscrutabili!
Virgilio Iandiorio

Il curioso aneddoto di Ismaele Namiasultima modifica: 2015-01-24T18:12:53+01:00da manphry
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