Il colore della violenza

Che la Pubblica Istruzione stesse cambiando, lo si poteva capire già dalla formazione del nuovo governo. Quell’aggiunta “ e del Merito” a Ministero della Pubblica Istruzione, era significativa di un indirizzo politico; ma passò  come una battuta al bar tra amici. Poi è venuta la lettera della preside ( si chiamavano una volta i dirigenti scolastici) a stigmatizzare l’episodio di squadrismo ai danni di alunni del suo liceo. Se la preside del liceo Michelangiolo di Firenze non avesse usato  il termine “fascismo” e  nominato il nome di Antonio Gramsci, la sua probabilmente sarebbe passata come tante circolari.

Apriti cielo. Viene coinvolta nella “rissa verbale” mezza Italia, a cominciare dal ministro della pubblica istruzione, che ha precisato “non c’è alcun pericolo fascista”, rendendo più torbide le acque..

Mi è capitato tra le mani un libro, pensate, pubblicato  quattro secoli fa, sul modo di vestire dei popoli. E venendo al nostro paese, scrive l’autore, rimasto anonimo:” egli [l’artista del disegno] lo rappresentò nudo, ma con una pezza di panno  su la spalla; et essendo egli dimandato perché non l’haveva rappresentato vestito, come tutti gli altri havea fatto, rispondeva che vedendo l’Italiano così diverso, mutabile et capriccioso nel vestire, gli haveva voluto porre la robba sopra le spalle, acciocché egli si facesse tagliare al sarto il vestimento a modo suo”.

Se ci tocca l’uso estemporaneo, o voluto, di termini che solo a sentirli ci fanno rizzare i capelli in testa, dall’altra non mostriamo alcun interesse a quei ragazzi che scappati dall’Ucraina, si sono rifugiati da noi e che per essere in età scolare hanno il diritto  di frequentare le nostre scuole. Problemi serissimi, perché parliamo di ragazzi che non conoscono una parola di italiano e dalla sera alla mattina si sono trovati in una realtà diversa dalla loro.

Che cosa succede nelle scuole dove sono giunti questi ragazzi? nessuno ce lo racconta. Quali sono i problemi che questi hanno? E la nostra scuola che cosa fa? Si parla tanto di accoglienza di integrazione ecc.; ma non vorrei che succedesse quello che accadde ai ragazzi della nostra provincia che all’indomani del terremoto dell’80 sciamarono per l’Italia. Nessuno ci ha raccontato come andò l’avventura. Forse è meglio non raccontarla, perché non fu una bella esperienza.

Sarebbe meglio seguire il consiglio di quel buontempone di Ginifaccio Spironcini (Ferrante Pallavicino 1615-1644) che scriveva nel suo libello al Viceré  di Napoli:”  Invio due dozzine di occhiali scelti tra migliori, come che devono servire al viceré”. Perché il viceré  e molti principi:” Oltre che hanno grande bisogno d’occhiali, che rappresentano loro gli oggetti lontani, a fine di provedere quanto compie alla moltitudine de propri interessi, come pure per porre loro avanti gl’occhi li benefici ricevuti d’alcuno, gli stenti d’una servitù fedele, perché in questo particolare sono di sì corta vista, che non gli scuoprono, benché presenti”.

Virgilio Iandiorio

Il colore della violenzaultima modifica: 2023-04-09T16:41:57+02:00da manphry
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