Tutto previsto?

Un mio compaesano, scomparso da qualche anno in età abbastanza giovane, soleva dire  ” tutto previsto”. dinanzi ad episodi non sempre gradevoli, come ne avvengono nella vita di paese. Senza avere fatto, io credo, approfondite letture filosofiche, egli in maniera intuitiva si rifaceva ad una tradizione antica, ad una cultura storica, che nel Regno di Napoli ci trasmettiamo di padre in figlio, senza nemmeno rendercene conto.

Nella seconda metà del settecento Ginesio Grimaldi, autore, insieme al fratello Gregorio, di una monumentale raccolta delle leggi e dei magistrati del regno di Napoli, nella prefazione ad uno dei volumi (ben dodici) così scrive:

“Nel poner mano all’istoria del lungo regnare del re Filippo IV, le tanto avvenute peripezie, che non poco molestarono il nostro Regno, nella mia mente rivolgendomi avvidi, che troppo vera sia la massima, che chi talento abbia, quando semplicemente considerar volesse la natura umana, di leggieri indivinarebbe la passata Storia, e tutta la futura, senza aver mai inteso parlare degli avvenuti fatti. Per conoscere questa verità basterebbe il riflettere, che gli uomini tutti siano un composto d’ignoranza, di credulità, di vanità, di ambizione e di malizia, e sovente di poco buon senno e probità e pur questa è una piccola dose in rapporto a tutti gli altri ingredienti, che per effetto del peccato ne risponde sempre la nostra corrotta natura”

Se il “composto”, che chiamiamo uomo. è fatto di quegli ingredienti, indicati dal Grimaldi, risulta naturale,  dinanzi alle stravaganze quotidiane dei nostri governanti, l’esclamazione del mio compaesano.

La storia, quella con la “S” maiuscola, non quella degli attuali ciarlatani, al di qua e al di là del mare oceano, a che cosa può servire?  Per il giureconsulto di Cava de Tirreni essa è indispensabile:

“Imperciocché l’umano ingegno meno capace sarà di errare, quando sappia fino a qual punto capace ne sia, né altrimenti potrà trarre questo profitto, se non che dallo studio della Storia degli errori altrui”.

Il re di Spagna Filippo IV (1605-1665), sovrano anche di Napoli, commenta il Grimaldi,“ Mentre sembrava, che  colle sue leggi tutto inteso fosse a volere amministrata una esatta giustizia tra i suoi Popoli, sovente ne restava deluso; conciosiaché  de’ savi dati provvedimenti sommo abuso faceasi, e di questi un vano nome ne restava, mancando in tal guisa quella parte migliore che prodotto avrebbe il felice governo del nostro Regno”.

Alle intenzioni del sovrano di mettere ordine con  giustizia nel Regno non corrispondevano i frutti sperati. Così il nostro Grimaldi sottolinea:

“Su questo proposito ben si adatta quello, che ne avvisa Seneca, che Iddio per vendicarsi degli uomini, e discreditare le cose mondane, non ritrovava mezzo migliore, quanto il permettere, che le cariche maggiori si dessero a persone indegne di esercitarle. E scrivesi che i Lacedemoni avessero fatta una legge, con cui si voleva che i Gladiatori, Comici e simili sorti di Persone non potessero essere accusati, né mai ripresi per aver malamente esercitata qualche carica della Repubblica, perché altro da essi non potea attendersi, e gli errori che commettevano imputar si doveano a coloro che ne avevano fatto la scelta”

Se agli odierni gladiatori, comici e simili, che sono  al governo dello Stato  anche con la benedizione  di  uomini di Chiesa , non possiamo  addebitare i pasticci che combinano, perché  sono stati eletti, non rimane, a chi li ha voluti,  che guardarsi allo specchio per  un selfie, non col cellulare, ma espettorando  tutto il muco in gola.

Virgilio Iandiorio

Tutto previsto?ultima modifica: 2020-01-07T09:49:59+01:00da manphry
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