La sottrazione

La riduzione del numero dei parlamentari è stata subito sbandierata come una conquista da parte di tutti quelli che sono contro lo spreco del pubblico denaro. E sono svariati milioni di euro che si verranno a risparmiare, secondo calcoli sulla punta delle dita. Provate a fare la stessa operazione con gli istituti scolastici di secondo grado, stabilendo che essi debbano restare solamente nelle città capoluogo di provincia (e non sarebbe tanto dolorosa cosa, considerato che la “vera” scuola degli studenti è la piazza. come di recente affermato dalla competente autorità). Quanti milioni si risparmierebbero?  Meno spese di personale, meno spese di ordinaria gestione di edifici ecc.

Si tratta semplicemente di applicare  il “teorema della sottrazione”  alla generale organizzazione dello Stato: togliere di mezzo quante più cose inutili, e perciò dannose al bene comune. Come nella cura dimagrante: togli di mezzo i cibi che fanno ingrassare e vivrai sano come un pesce. Naturalmente, ognuno ha la sua graduatoria di cose non utili, e da togliere di mezzo. Non vorrei che facessimo la fine dell’attempato signore della nota favola, il quale aveva un’amante giovane  e una anziana, che per renderlo più rispondente ai  loro gusti, la prima gli toglieva dalla testa i capelli bianchi, la seconda quelli neri. La conclusione fu, che il poveretto  diventò calvo per “sottrazione”.

Il problema del risparmio non va assolutamente minimizzato. Saper fare economia  non è un peccato, né può significare semplicisticamente essere avari; una famiglia che sa spendere i propri soldi è da elogiare, non da condannare. Attenzione, però, a non fare come quel mio compaesano che  si recava quotidianamente in un paese vicino a comprare un chilo di pane, perché in quel panificio (diceva lui) il pane costava venti lire in meno rispetto al prezzo praticato in paese. Ma  andare e ritornare con la macchina gli costava di benzina molto, ma molto di più delle venti lire risparmiate.

Se  ci fermassimo all’ apparenza e alla martellante propaganda mediatica, non ci resterebbe che elogiare anche noi chi  grida contro lo spreco e applica “il teorema della sottrazione”. “Non si può sottrarre all’ infinito, dopo un po’ è indispensabile anche ricodificare. Ciò non perché non sia un bene sottrarre, ma perché a un certo punto non ci sarà più nulla cui sottrarre qualcosa, o ci sarà rimasto troppo poco perché una ulteriore sottrazione possa risultare visibile e significativa” (L. Diotallevi, 2019. p.201)

“L’essere di protesta costituisce i movimenti, li identifica e ne spiega la funzione socialmente indispensabile. Lo stesso motivo determina l’assoluta irrilevanza dei movimenti e delle loro ragioni. La società li usa per fingere di disporre di una propria osservazione dall’ esterno. Dato che è strutturalmente incapace di osservarsi dall’ esterno. Perciò l’osservazione della società da parte dei movimenti (le loro denunce) ha il vantaggio di mettere in luce rischi inosservabili da parte dei sottosistemi societali specializzati. Tipico il caso dei rischi ecologici. Allo stesso tempo, però, tali osservazioni non producono alcuna utile informazione, alcun orientamento praticabile a causa del fatto che l’osservazione dall’ esterno che millantano è solo una finzione. Quelli dei movimenti si riducono a essere sempre allarmi ciechi e vaghi” (Ibidem p.226)

Virgilio Iandiorio

La sottrazioneultima modifica: 2019-10-25T20:04:43+02:00da manphry
Reposta per primo quest’articolo