Le tasse che vorrei.

I governi e gli amministratori di tutti i tempi non si sono lasciati sfuggire nulla in materie fiscale. Alcune tasse, però, senza dubbio risultano odiose perché toccano il quotidiano vivere, es. Il canone televisivo.

Naturalmente, nulla da eccepire sul pagamento di tributi per il funzionamento dello Stato e delle comunità in genere.  La tassa rappresenta il prezzo da pagare da parte del cittadino per determinati servizi forniti dallo Stato o da altro Ente,  di cui  egli può avvalersi o meno ( ad es. le tasse scolastiche) . Le imposte, invece, sono dei tributi imposti  al cittadino dallo Stato che non corrispondono ad alcuna prestazione specifica svolta dallo Stato stesso (ad esempio l’IRPEF).

Le tasse esistevano anche al tempo dei Romani, gli esattori erano detti  Quaestores.  E l’imperatore Vespasiano mise le tasse persino sugli orinatoi pubblici, gestiti da privati, che sono chiamati in suo onore vespasiani.

Il 1° gennaio 1869, con lo Stao unitario, entrò in vigore la tassa sul macinato. Per calcolare l’importo dovuto venne inventato un contatore meccanico, collegato alla ruota dei singoli mulini, che registrava quanti giri la pietra faceva per macinare i cereali. La popolazione, indignata, insorse. Ci furono sommosse di contadini  che chiedevano l’abrogazione della tassa. Cosa  che avvenne nel 1884.

Nel 1927  fu istituita dal regime fascista l’imposta sul celibato. Tutti i celibi di età compresa tra i 25 e i 65 anni, dovevano pagare un tributo che variava da 70 a 100 lire, a seconda dell’età e del reddito.

Tassata anche l’ombra. Se un locale  pubblico ha un tendone per riparare l’ingresso dal sole, deve corrispondere una tassa per occupazione di suolo pubblico.  Perché l’ombra  si propaga sul pubblico marciapiede.

Che dire delle tasse comunali? Tutti pensano all’ Imu o Tari, molti ignorano che si paga anche la Tosap (Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche): vale a dire la tassa “per uscire di casa”. Si paga se il passo carraio sbocca su una strada pubblica; ma anche se ci sono gradini di accesso all’abitazione che occupano suolo pubblico.

Non tutti sanno che quando metti piede  fuori dalla porta di casa paghi il pedaggio, come quando viaggi in autostrada. Le amministrazioni comunali, che dovrebbero essere più vicino alle esigenze e più attente a capire che cosa può infastidire il cittadino,  per esigenze di cassa, si dice, tasserebbero anche l’aria che si respira. Eppure si potrebbe “inventare”  un’altra tassa, utile come il pedaggio. Mi permetto di suggerire il “”petaggio”, cioè la tassa sul peto, o scorreggia. Tutti i cittadini  maggiorenni paghino la tassa di 1 euro a peto, valida per tutti i tria genera piritorum, cioè la lophia (solo fieto, senza botto), la catalophia (peto con puzza) e il piritus rotundus (peto con residuo di feci). Poiché almeno una volta al giorno ci scappa un peto, ogni cittadino/cittadina pagherà una tassa annua non inferiore a 365 euri. Nelle casse comunali affluiranno profumati milioni di euri all’anno! Molti di più di quanti se ne possono ricavare da una Tosap.

Le tasse che vorrei.ultima modifica: 2023-09-20T18:45:30+02:00da manphry
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