Italiani comunisti in America

Gli italiani stabilitisi negli Stati Uniti nei primi decenni del XX secolo non tardarono molto a manifestare la loro opposizione alla situazione economica che li vedeva penalizzati nel lavoro, retribuito poco, ma anche emarginati nella vita sociale.

Non erano certamente univoche le idee politiche degli italiani in USA. Negli anni venti anche oltre oceano il Fascismo aveva adepti e sostenitori. Tra i nostri connazionali emigrati  si formò  una non numerosa, ma agguerrita schiera che si ispirava alle idee del Comunismo con punte di anarchia. Non va dimenticato che nel 1921 era sorto con la scissione dei socialisti al congresso di Livorno il Partito Comunista Italiano.

«L’associazione degli italiani – scrive Gerald MEYER  (l’Unità del popolo, 2009) – per il comunismo negli Stati Uniti è stata offuscata dall’asserzione infondata secondo cui nel 1927 il radicalismo italoamericano morì insieme con Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Questa prospettiva  predomina nonostante prove schiaccianti del contrario, tra cui la prima importante vittoria elettorale del Partito comunista negli Stati Uniti: l’elezione nel 1941 e le rielezioni nel 1943 e nel 1945, di Peter Cacchione (1897-1947) di origini molisane, al Consiglio della città di New York . Di conseguenza, le storie del movimento comunista all’interno della comunità italoamericana, e del suo settimanale in lingua italiana, L’Unità del Popolo sono state quasi completamente dimenticate».

Il primo numero de L’Unità del Popolo venne pubblicato a New York il 25 marzo 1939. Era una pubblicazione settimanale di otto pagine (una pagina era in inglese) che costava cinque centesimi per copia; venne a  prendere il posto de Il Lavoratore (1924-1931), L’Unità Operaia, (1932-1938), un quindicinale, e Il Popolo, che ebbe breve durata, come l’organo della Componente italiana guidato dai Comunisti; influenzò un grande numero di immigrati e ii loro figli. L’Unità del Popolo era un giornale comunista atipico,  indipendente dall’assistenza finanziaria del Partito, ma  finanziato dai grandi sindacati in cui gli italoamericani svolgevano funzioni importanti.

L’Unità del Popolo divenne negli USA una delle prime vittime della guerra fredda: il suo ultimo numero apparve l’11 agosto 1951. La cessazione della pubblicazione del giornale va anche messa in relazione alla sconfitta di Vito Marcantonio (1902-1954) all’elezione del 1950. Di origini lucane, i genitori provenivano dalla provincia di Potenza, deputato radicale al Congresso per tre legislature, si impegnò moltissimo per i diritti dei lavoratori e della comunità italiana.  L’Unità del Popolo potrebbe essere stato il primo giornale comunista in lingua straniera a cessare la pubblicazione.

Migliore fortuna ebbero i giornali in italiano di orientamento politico vicino ai partiti al potere negli USA.

Il Progresso italo-americano è stato un quotidiano  in lingua italiana pubblicato a New York dal 1880 al 1988. All’inizio del ventesimo secolo Il Progresso italo-americano fu il quotidiano italiano più popolare a New York con un numero di copie vendute pari a 100.000.

Nel 1928  il giornale passò alla direzione di Generoso Pope (G. Papa). «Emigrato dalla provincia di Benevento ( Arpaise 1881- New York  1950 ) fece fortuna  nel settore immobiliare. Successivamente costituì un potente gruppo editoriale, che appoggiava il partito democratico, né faceva mistero delle simpatie per il Fascismo in Italia.

Virgilio Iandiorio

Italiani comunisti in Americaultima modifica: 2021-03-20T23:16:34+01:00da manphry
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