Le due “regine” di Palmira

Palmira, antica e importante città della Siria, in passato è stato un vitale centro carovaniero, per i viaggiatori ed i mercanti che attraversavano il deserto siriaco per collegare l’Occidente (le principali città dell’impero romano) con l’Oriente (la Mesopotamia, la Persia). Nel III secolo d.C. la regina Zenobia Settimia (Palmira, 240 – Tivoli, 275), proclamatasi regina della città, attuò una politica ostile all’Impero romano e favorevole ai vicini Persiani . Accrebbe i propri domini con l’occupazione di molta parte dei territori romani del Medio Oriente. L’imperatore Aureliano conquistò Palmira, al termine di un assedio, senza danni di rilievo per la città. Zenobia, però, catturata ed esibita come trofeo durante il trionfo di Aureliano del 274, per alcuni storici morì poco tempo dopo , secondo altri invece la regina, bella e dignitosa, finì i suoi giorni in un esilio dorato a Tivoli.
La città di Palmira è legata alla storia di un’altra donna, una ricca e nobile donna inglese del secolo XIX. Lady Esther Stanhope (1780 – giugno 1839), divenne famosa per le avventurose vicende della sua vita in Medio Oriente. La Stanhope era figlia dello scienziato Charles Stanhope, e nipote per parte materna del primo ministro britannico William Pitt.
Alphonse de Lamartine , che le fece visita in Libano la descrive nel suo libro (Souvenirs, impressions, pensées et paysages, pendant un voyage en Orient -1832-1833-, edito nel 1836), come giovane, bella e ricca. Ella viaggiò in Europa a partire dal 1806 prima di visitare il Medio Oriente: Gerusalemme, Damasco, Aleppo, Homs, Baalbeck . E a Palmira, scrive Lamartine « … numerose tribù erranti di arabi che avevano facile accesso a queste rovine, si sono riuniti intorno alla sua tenda, in numero di quaranta o cinquanta mila, e incantati dalla sua bellezza, dalla sua grazia e magnificenza, la proclamarono regina di Palmira, ed ella in cambio sottoscrisse un documento secondo il quale ogni europeo, sotto la sua protezione, avrebbe potuto tranquillamente venire a visitare il deserto e le rovine di Baalbek e di Palmira, a condizione di impegnarsi a pagare un tributo di mille piastre ».
La Stanhope suscitò interesse anche in Italia, e il periodico Annali Universali di Statistica Economia dedicò degli ampi servizi alla lady, descrivendo come “ In occasione del suo viaggio a Palmira , ella fu seguita per una giornata di cammino da una intiera tribù di Arabi ; ed il giorno in cui gli abitanti di quella sventurata città loro regina la acclamarono, dovette senza dubbio provare somma compiacenza nel pensare essere essa la prima donna che un simile viaggio compiuto avesse. La destrezza sua nel cavalcare e l’ energia con cui tutte le fatiche sosteneva, fecero divenire il deserto una nuova patria per lei. Gli Orientali di lei non parlano se non col più profondo rispetto: la credono essi persona della più alta distinzione, e sogliono alcuni di loro dirle perfino che nata sia regina” (Annali Universali di Statistica Economia ecc., Vol. VI 1825). Per la troppa liberalità, finì in miseria; le crollò addosso il soffitto del suo palazzo diroccato sulle alture di Sidone.
Virgilio Iandiorio

Le due “regine” di Palmiraultima modifica: 2015-06-03T07:43:05+02:00da manphry
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