Il barbiere del principe Marino Caracciolo

 

Domenico Antonio Parrino nel suo  Teatro Eroico e  Politico  De’ Governi  De’ Viceré  Del Regno Di Napoli  Dal tempo  Del Re Ferdinando Il Cattolico,  Fin’ all’anno 1683, pubblicato a Napoli 1730, nel riportare la morte del principe Marino Caracciolo aggiunge un particolare a prima vista curioso:” Annno MDCXLVl (1646). Nel mese di Novembre del medesimo anno  chiuse gli occhi alla luce D. Marino Caracciolo Principe d’Avellino, Signore tanto amico de’ begl’ ingegni , che fino il suo Barbiere Giovan Battista Bergazzane fu Poeta”.

Quello del barbiere è un mestiere antichissimo; nei secoli passati i barbieri praticavano anche piccoli interventi chirurgici, come l’estrazione di un dente o un salasso.

 La letteratura si è occupata molto  di questo tipo di personaggio. Nel secolo XVI, quello in cui visse il principe Marino, uno scrittore enciclopedico,  quale era Tommaso Garzoni,  nato Bagnacavallo nel 1549  e qui morto nel 1589, nella sua opera La piazza universale di tutte le professioni del mondo, edito a  Venezia 1605, annota che i barbieri   prestano la loro opera preziosa ” per cavar sangue agli ammalati et per mettergli le ventose, far le stoppate, cavare i denti guasti et simili altre cose, onde l’arte loro è subalternata per questo alla scienza della medicina. Oltre che sogliono essere imbrattati di mille altri mestieri, essendo che si dilettano di suonar di leuto, di cetra, di violino, di far reti da uccellare e da pescare, di servire a’ sontuosi pasti per scalchi”. Nessuna meraviglia se il nostro Bergazzano  fosse  così versatili  da non trascurare nemmeno la musa della poesia. E il Burchiello, autore del nostro Quattrocento, inizia un suo sonetto con il verso “La poesia combatte col rasoio”, volendo significare  che il poetare è sempre in lotta con la necessità di lavorare per mangiare.

Il principe Marino Caracciolo si circondava di persone non solo servizievoli ma anche di valore culturale. Giammaria Mazzucchelli nella sua opera , Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, edita a Brescia  nel 1760, scrive del nostro barbiere-poeta:” BERGAZZANO  (Giovanni Batista) Napolitano, Accademico Errante dell’Accademia degli Erranti di Bari , Poeta Volgare, fioriva nel 1630 e ha date alla stampa l’ Opere seguenti . Il Dardo fatale , Favola Boschereccia , e marittima (in versi), In Napoli per Vincenzio di Franco 1628. in 12.  Il Vendicato sdegno , Favola pescatoria (in verso). in Napoli (senza nome di Stampatore) 1630. in 12. e ivi per Ottavio Beltramo 1632. in 12.  Il Vesuvio Infernale. In Napoli per Matteo Nucci 1632. in 12.  I preghi di Partenope , Idilio. In Napoli per Matteo Nucci 1632.  Gli amori fra l’arme, Opera Scenica (in versi). In Napoli per il Nucci 1633. in I2.  Le varie Fortune , Favola Boschereccia (in versi) . In Napoli per Egidio Longo 1637. in 12.

Un’altra sua opera in dialetto napoletano, dal titolo Bacco arraggiato co Vorcano. Discurzo ntra de lloro … edita a Napoli nel 1632 da  Ottavio Beltrano, si riferisce invece alla famosa eruzione del Vesuvio dell’anno precedente.  Un componimento, certamente originale, in cui Giovan Battista Bergazzano  fa dialogare in modo  vivace e dissacrante   il dio  Bacco con il Vesuvio; il dio  si lamenta per i disastri  del vulcano, soprattutto per quelli procurati alle vigne. Così inizia a parlare il dio Bacco (la citazione è tratta dalla Tesi di dottorato della Dott. Elisa Castorina , “Vesuvi ardenti”: la ricezione poetica dell’eruzione del 1631 nella letteratura barocca): Bella prova, c’haie fatto ò fio Vorcano, / Scrivetelo a lo paese,/ M’haie crosciato no Monte,/ Che faceva na lagrima focosa,/ E no Greco de spanto; /Che te serveva frate/ Aghiognere craune a tanta vrasa?/A ncatastare leune à tanto fuoco?/ Bello schioppo, c’haie fatto;/ L’aruole de percoca, e de cerasa/ Se ne so ghiute ‘nfummo;/  Le bote d’uva aglianica mmaresse/ Hanno fatta na brava lommenaria.”  Un rimprovero solenne perché sono andati in fumo “la lagrima focosa”, cioè il vino Lacrima Christi, e gli altri due molto rinomati ancora oggi  il Greco e l’Aglianico.

                                                                  Virgilio Iandiorio

 

Il barbiere del principe Marino Caraccioloultima modifica: 2013-08-16T12:43:32+02:00da manphry
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