Congresso “Giuliano d’Eclano”

Una splendida giornata settembrina ha fatto da cornice al Congresso internazionale “L’Hirpinia Christiana e Giuliano d’Eclano” che  la città di Mirabella Eclano (Avellino) ospita dal 23 al 25 di questo mese.

Al centro del paese operai al lavoro per smontare il maestoso obelisco, il “carro”, che sabato scorso 18 settembre è stato trainato, come ogni anno, per le strade cittadine in onore della Vergine Addolorata; nel teatro comunale presso l’antico convento di San Francesco i lavori del Congresso sul vescovo della città condannato perché seguace di Pelagio.

In un decennio Giuliano è ritornato due volte (2003 e 2010)  nella sua Aeclanum. Al vescovo, che non volle sottoscrivere la Tractoria di papa Zosimo e per questo fu costretto all’esilio morendo lontano dalla sua città, viene restituita una cittadinanza culturale e la possibilità di esprimere, post mortem, ancora una volta il proprio pensiero. Anche questo è un segno dei tempi!

I lavori di questa prima giornata  eclanese sono stati aperti dal prof Carlo Greco, preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che ha salutato i presenti indicando i motivi e le finalità del congresso. Il vescovo di Avellino, mons. Francesco Marino,  il sindaco, ing. Vincenzo Sirgnano, e il prf. Francescantonio Capone, assessore alla cultura di Mirabella Eclano, hanno salutato i convegnisti e il pubblico presente.

La prolusione è stata tenuta dal prof. Antonio Nazzaro dell’ Università Federico II di Napoli, che ha delineato l’ambiente culturale in cui Giuliano visse e l’importanza dei centri irpino-sanniti  nei primi secoli dell’era cristiana.

Angelo Di Berardino dell’Augustinianum di Roma si è soffermato sulla condanna comminata  al vescovo Giuliano, sulla sua natura “giuridica” e i suoi effetti, perché in quel tempo  l’osservanza di una condanna era condizionata dalla sua ricezione. Non sempre una condanna ad un ecclesiastico emessa in una regione occidentale dell’ Impero Romano veniva accettata in quelle orientali, e viceversa. Per questo motivo la condanna di Giuliano rimase sostanzialmente un fatto della Chiesa occidentale.

Il prof. Saverio Festa dell’Università di Salerno ha trattato di “Agostino e la theologia civilis”. Argomento quanto mai attuale e che papa Benedetto XVI ha ben delineato: la Chiesa offre la teologia e i suoi valori come tessuto connettivo alle società occidentali. Il prof. Festa richiama Marco Terenzio Varrone  che nel suo libro  Antiquitates rerum humanarum et divinarum distinse tre specie di teologia: civile (o politica) (theologia civilis), mitica (theologia mythica) e naturale (fisica) (theologia naturalis). Mentre le prime due hanno per contenuto, rispettivamente, i miti ed il culto dello Stato, la teologia naturale risponde alla domanda su chi o che cosa siano gli dei. L’ antica filosofia ha distrutto il mito, ma  nello stesso tempo ha cercato di legittimarlo nuovamente nella sfera religiosa. Questo paradosso è messo in luce da Sant’ Agostino nella sua critica all’interpretazione della teologia  di Varrone, per il quale c’è separazione tra culto, inteso come religione autentica, e dottrina filosofica della verità. Il santo d’Ippona sottolinea, invece, l’unità di theologia naturalis e di theologia civilis, che si realizza con il Cristianesimo.

La sessione antimeridiana del Congresso si è conclusa con gli interventi di Gennaro Passaro dell’ Istituto Superiore di Scienze Religiose di Avellino, che ha  illustrato le testimonianze cristiane nell’Irpinia  mettendo in risalto l’importanza delle epigrafi per la ricostruzione della storia della diffusione del cristianesimo nella nostra provincia. Il prof. Gennaro Luogo dell’Università di Napoli Federico II si è soffermato sulla figura di San Marciano tracciandone un documentato profilo. Il prof. Valentino D’Ambrosio direttore del Museo Arte Sacra di Mirabella Eclano, ha illustrato le tracce storiche e monumentali della Chiesa di S. Maria di Aquaputida.

Nel pomeriggio le relazioni del dr. Mauro Giancaspro direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, del prof. Rocco Ronzani dell’Augustinianum di Roma e della dr.ssa Eva Ponzi dell’Università della Tuscia, sono dedicate a uno dei cimeli della Chiesa eclanese, l’Exultet, o Rotolo di Quintodecimo, composto da sette pergamene, quattro delle quali databili al sec. XI,   contenenti l’inno cantato in chiesa dal diacono durante la veglia del Sabato.   

Congresso “Giuliano d’Eclano”ultima modifica: 2010-09-24T14:32:53+02:00da manphry
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