La Costiera Cilentana 4

La costa cilentana ha un suo particolare fascino legato all’antica mitologia. E non riesci a separare il mito dal luogo, perché i popoli che si sono succeduti  ne hanno perpetuato la memoria.

A circa 10 Km da Paestum, per chi viene da Salerno, sulla riva sinistra della foce del fiume Sele si trovano  i resti archeologici del santuario di Hera Argiva, l’Heraion. Quando venne edificato, agli inizi del VI secolo a. C., il tempio si trovava vicino al mare, oggi ne è distante un paio di chilometri grazie ai sedimenti che nel tempo il fiume ha depositato.
Strabone,  geografo greco fiorito in età augustea, attribuisce l’edificazione del tempio di Hera Argiva a Giasone, il cui nome è legato alla spedizione degli Argonauti, una cinquantina  di
  eroi che, sotto la sua guida, diedero vita  all’avventuroso viaggio a bordo della
nave Argo  nelle ostili terre della Colchide (corrispondente alla regione occidentale dell’attuale Georgia) alla conquista del vello d’oro. Nel viaggio di ritorno in patria gli Argonauti, sotto la guida di Giasone, solcano i mari e i fiumi di mezza Europa. Apollonio Rodio, vissuto nel III secolo a. C., autore del poema epico Le Argonautiche, fa vagabondare i mitici  eroi della nave Argo anche nel Mar Tirreno: “Lasciate poi le Stecadi (isole di fronte alla costa tra Antibes e Marsiglia), passarono all’isola Etalia (Elba). Rapidamente avanzarono selle acque del mare Ausonio, e furono in vista delle coste tirreniche”.

Un altro luogo del Cilento ha legato il suo nome ad un altro famosissimo nocchiero, Palinuro. Il racconto mitico di Palinuro, però, è diverso da quello di Giasone; all’ardimentoso e affascinante eroe  comandante della nave Argo, si contrappone  la tragedia del capitano della nave di Enea.

Palinuro, oggi, è frazione del Comune di Centola, ma supera per  importanza il capoluogo.

Secondo il racconto di Virgilio, Palinuro, il fido nocchiero di Enea, perse la vita perché il dio del Sonno lo fece addormentare  e  lo fece cadere in acqua.  Enea accortosi della mancanza dell’amico lo cercò invano. In realtà Palinuro non morì annegato, a  nuoto raggiunse la costa, ma venne ucciso dagli abitanti di Elea e lasciato insepolto sulla riva del mare. Per questo motivo, quando, nell’Eneide, l’eroe troiano  incontra agli Inferi il fantasma del suo nocchiero, costui lo prega di dargli degna sepoltura, affinché la sua anima possa riposare in pace.

In passato è stata proposta per il nome Palinuro l’etimologia dall’avverbio palin, che significa di nuovo, e dal verbo greco ourheo, vale a dire urinare. Un’ etimologia più adatta ad una rappresentazione comica che a una fine tragica. E se invece del verbo ourheo pensiamo al vento Euro?  L’etimo sarebbe più appropriato:il vento che muta nuovamente e improvvisamente direzione. Il  Capo Palinuro è pericoloso proprio per il vento che vi soffia, come  provarono a loro spese i consoli Servilio Cepione e Sempronio Bleso quando nel 253 a. C. ritornando dall’Africa vi fecero naufragio; e la flotta di Augusto che nel 36 a. C. navigando verso la Sicilia vi andò a  sfasciarsi.

L’Alfano nella sua Istorica Descrizione annota:”Palinudo (sic). Porto di mare, 120 miglia da Napoli distante. Non è sicuro da tutti i venti, ne è capace di grossi vascelli. Alla punta si fa la pesca de’ tonni. E’ rinomato per la morte di Palinuro timoniere della nave di Enea, il quale per essersi addormentato, cadde in mare  e morì. Il suo sepolcro è posto alla sua imboccatura, e lo eressero quegli antichi superstiziosi Popoli per placare gli Dei Mani i quali gli avevano afflitti con una gravissima peste per aver ucciso Palinuro, credendolo qualche mostro marino, allorché cadde in mare”.

Non è un errore del tipografo “Palinudo”, invece di Palinuro, perché nella parlata del posto si diceva proprio così;  probabilmente per quegli strani effetti che provoca la paraetimologia.  Immaginare Palinuro nudo sulla spiaggia doveva essere una spiegazione più che ragionevole del suo nome. Il personaggio di Palinuro, grazie a Virgilio, è diventato un personaggio della letteratura europea. Uno scrittore inglese, Cyril Connolly, ha pubblicato nel 1944 con lo pseudonimo di Palinuro un romanzo intitolato Palinurus, The Unquiet Grave (Palinuro, la tomba che non trova pace); Recitativo di Palinuro si intitola una poesia del nostro Giuseppe Ungaretti, che  utilizza in questo componimento la sestina, struttura metrica  inventata dai troubadours d’Occitania. 

 

(fine)

 

                                                           

La Costiera Cilentana 4ultima modifica: 2010-08-16T15:27:15+02:00da manphry
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