A tavola con gli antichi (7)

La macellazione dei maiali era definita nei particolari: le garze del capo, i boccolari (guanciale), i piedi da vendere appaiati, i presutti che andavano tagliati nella prima giontura vicino lo presutto, il fecato, i polmoni da vendersi tutti impigliati di cirbo o seu zeppa. La garza e il boccolare venivano utilizzati per confezionare i cotechini (oggi il guanciale è preferibile per un’ottima amatriciana). Ecco perché si diceva e si dice ancora che del maiale non si getta via nulla!

 

Venivano poi le carni della macellazione di pecore, castrati, caperroni ,capre, vacche, bovi, vitelli.

 

La frutta era quella solita di stagione; e per il resto dell’anno noci, castagne, pere, mele. Nei Capitoli vengono annoverati tra gli alberi fruttiferi anche le querce e i cerri, per ovvi motivi. Veniva disciplinata anche la vendita di grano e orzo e quella del sale e dell’olio.

 

A Forino  i Capitoli Municipali ci forniscono notizie dettagliate su altri aspetti dell’alimentazione in provincia, a riprova che le abitudini delle singole comunità erano influenzate dalla loro collocazione geografica. Abbiamo, per esempio, notizie sulla panificazione : ogni persona che fa pane ad vendere debbia vendere lo pane a peso di onse trentatrè a grano fino a tanto che lo tommolo del grano sarà di prezzo de uno tarì… et che il pane sia ben cotto salato e surto; detta corte possa exigere dalli particolari che concerando pane alla forna di altri lo mezzo tortano per ogni cottura di pane per lo Jus fornatici secondo il solito e l’altra mità del tortano sia al padrone del furno.

 

Si seminava, anche sui terreni del Comune, grano orgio miglio lino panico e fave. Negli orti si coltivavano verdure, soprattutto i cauli.

 

Disposizioni particolari erano impartite per la macellazione dei maiali. Non se debiano vendere carne per carne né infette et la carne del porco mascolo se debia vendere per lo modo et forma predetti et cossì le carne preditte se debano fare et che la carne del porco mascolo se debia fare scaldata e la carne della scrofa abruscata (arrostita). Il provvedimento aveva una sua valida motivazione, perché la carne del maiale non castrato non veniva nemmeno utilizzata per gli insaccati in quanto conservava un forte sapore di urina. (Settima parte)

 

A tavola con gli antichi (7)ultima modifica: 2008-02-26T14:16:28+01:00da manphry
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