Eroi d’Europa

Ogni paese italo-albanese ha nella sua toponomastica una piazza, una strada principale intitolata all’eroe nazionale dell’Albania Giorgio Castriota detto Scanderbeg. In lui le comunità albanesi e albanofone si riconoscono e si ritrovano. La toponomastica di paesi e città d’Italia abbonda di nomi di eroi, lontani o vicini nel tempo. Ma gli eroi del nostro Risorgimento, ad esempio, non hanno per noi italiani lo stesso fascino che Scanderbeg ha per l’Albania e gli albanesi.

Che cosa rende moderno Scanderbeg? Perché il suo “mito” sembra non conoscere tramonto?

Lo scrittore Carmine Abate, nato a Carfizzi un paese della Calabria di origine albanese, ha richiamato il nome dell’eroe nel titolo del suo romanzo “La moto di Scanderbeg”, pubblicato nel 2001. Scanderbeg è il soprannome del protagonista della storia, che si svolge tra la Calabria e la Germania nel secolo appena trascorso. E lo scrittore così spiega la scelta di quel soprannome: “Scanderbeg perché non si faceva volare una mosca sul naso, odiava le ingiustizie e i prepotenti, e quando c’era da menare le mani, non si tirava mai indietro, anzi. Era un soprannome di cui andava fiero, perché a quei tempi tutti sapevano che uomo di valore era stato il vero Scanderbeg, quello del Moti i Madh, del Tempo Grande, i nostri vecchi ci raccontavano che era forte e ‘sperto, che i turchi fino a quando viveva lui avevano tentato e ritentato, ma non c’era niente da fare, l’Arbërìa non erano riusciti a occuparla, i nostri vecchi ci raccontavano queste storie e ce le cantavano, quando c’era una festa, cantavano Scanderbeg, che poi era stato lui a dire ai suoi:” Se io muoio e i turchi vi sconfiggono, andatevene in Italia”. E loro vengono qua da noi e fondano questi paesi nostri e soffrono per secoli sotto i feudatari, come quelli rimasti là, sotto i turchi. Ma Scanderbeg qualche volta rinasce e dice:” All’inferno, tutti gli sfruttatori!”.

Il 25 aprile del 1968 in occasione del quinto centenario della morte di Scandeberg, una delegazione di pellegrini albanesi provenienti da varie nazioni fu ricevuta in Vaticano. Ad essa il Papa Paolo VI si rivolse con queste parole: “Il nostro speciale benvenuto va a voi oggi, adunati a ricordare il V centenario di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe della vostra nazione e del nome cristiano, presso questa Sede Apostolica, che potete considerare vostra casa paterna”.

E sottolineò i valori perenni della nazione: “Vi vediamo tanto volentieri: sappiamo infatti che lo spirito, con cui celebrate questa commemorazione, è quello tradizionale della vostra stirpe, che al di sopra di ogni  altro interesse ha sempre posto i valori tradizionali della besa  o fedeltà a tutti gli impegni, della ndera o senso del vero onore, e della burrnìa o complesso delle virili virtù”.

Per il Pontefice Scandeberg  incarna i valori della sua gente: “Di queste doti l’eroe Skanderbg è stato come la vivente personificazione: egli ve le ha lasciate in eredità, insieme con l’attaccamento agli antichi amici della vostra patria, fra i quali questa Sede Apostolica gode di annoverarsi, perché appartiene a quelli che non si sono mai smentiti.

Tali virtù Giorgio Castriota vi ha lasciate in sacro deposito in patria, e anche nella diaspora e nell’esilio”.

Eroi d’Europaultima modifica: 2007-10-02T20:19:20+02:00da manphry
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