Opinioni

 

Ricordate il dramma di Pirandello, Così è (se vi pare)? Due versioni contrastanti dei protagonisti (quella del signor Ponza e quella della suocera signora Frola) generano grande confusione, e ciascuno di essi è convinto di avere assolutamente ragione.

La Signora Frola sostiene che il Signor Ponza ha un amore ossessivo per la moglie, tanto da  impedire alla madre,  di vedere la  figlia tenuta  chiusa in casa. Per il Signor Ponza, invece, è la suocera  pazza, perché crede che sia la figlia, non più in vita,  la sua seconda moglie. Nemmeno la testimonianza della moglie, che compare sulla scena coperta di velo, chiarisce come stiano veramente i fatti. Né si può far ricorso all’anagrafe, perché il terremoto, che ha colpito il paese di origine dei protagonisti, ha distrutto tutto.

Veramente siamo convinti che tutto è come ci pare? E che esprimere un’opinione con un sì o con un no sia la stessa cosa? Soprattutto in questo clima politico, quando si cambiano schieramenti e posizioni politiche, ad oras et ad libidum, dovremmo fare nostro il detto di Cicerone: sapiens nihil opinatur, vale a dire che il saggio non azzarda opinioni.

E un dotto gesuita, Andrea Bianchi (Genova 1587-1657), si pose la questione “Se l’opinare il sì o il no, sia in nostra libertà”.

“Suppongo’, che opinar vuol dire formar giudicio, e prestar l’assenso ad una parte , se ben con qualche paura, o formidine dell’altra, stando che ho motivi per l’altra, e per l’una; come sarebbe a dire ; la sera io vedo tali segni nell’aria, che più tosto m’inchinano a stimare, o dar giudicio, che domani pioverà, che a dare il giudicio contrario, se bene anco per la parte contraria , cioè che non debba piovere, vi sono pur qualche segni, ma meno probabili.

Pare ad alcuni; esser in nostra liberta, opinare quella parte che ci piace quando l’una, e l’altra è probabile, perché, se è tale , si può dar l’assenso all’una, ed all’altra”.

Per sfatare questa tesi il nostro autore si riporta ad Aristotele;” Vi è differenza fra  la fantasia ; overo la immaginazione , e fra la opinione ; perché immaginar possiamo, come vogliamo ,e fingere a nostro  piacere; ma l’opinare non istà in noi, né in libertà nostra, perché  opinando, diciamo il vero, o il falso; e mentre opiniamo pensiamo di dire il vero.

Chiunque ha giudicio opinativo, pensa  di dire il vero, dunque si conforma nel suo giudicio quanto più può all’oggetto; dunque se l’oggetto ha per una parte più motivi del sì, che del no, chi giudica opinando, non può non giudicare il sì, altrimenti egli non si conformarebbe quanto può con l’oggetto, e conseguentemente non potrebbe pensar di dire il vero; similmente , se l’oggetto ha tanti motivi per lo sì, come per lo no, chi giudica opinando, non può giudicare più per l’una parte, che per l’altra, altrimenti non potrebbe pensar di dire il vero, se pure ha sano giudicio, ma potrà di tale oggetto solamente dubitare.

Aggiungo, che quando l’una, e l’altra parte è igualmente probabile, non ben si chiama probabile, ma dubbia, perché  non può generare assenso; e quando una è manco probabile, non ben si dice probabile, ma deve dirsi improbabile , perché  non può generare assenso, se non negativo, se pur l’intelletto vuol giudicar il vero”.

In parole povere il Bianchi  sostiene che “nell’agire non è sufficiente, per evitare l’errore, seguire l’opinione semplicemente probabile, ma occorre possedere la certezza morale della bontà della propria azione”(G.Pignatelli, D.B.I 1968 s. v. Bianchi Andrea)

Virgilio Iandiorio

 

 

 

Opinioniultima modifica: 2021-03-20T23:13:51+01:00da manphry
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