Salvatore Morelli e le pari opportunità

L’atteggiamento della società nei confronti delle donne è il riflesso di questa, con le sue tradizioni, la sua mentalità, i suoi pregiudizi. Di volta in volta le donne diventano protagoniste o oggetto, fanno la storia o la subiscono.

Nella vita di una donna si succedono eventi come l’amore, il matrimonio, le crisi familiari e domestiche, i figli, le separazioni, le volontà ultime. Non solo eventi nella sfera del privato, ma anche rapporti con l’esterno: la donna e la religione, la donna e l’arte, la cultura e l’istruzione, per tanto tempo anche negata, la donna e la realtà sociale, il lavoro e  la politica.

Spesso risulta difficile sottrarre l’immagine della donna dallo stereotipo e dall’astrattezza e calarla nella realtà viva. La signora, la serva, la contadina, la balia, la maestra, la prostituta, l’operaia non sono tipi, ma persone che vanno sottratte all’anonimato della quotidianità.

La documentazione esistente presso gli Archivi di Stato italiani sottolinea la presenza femminile in una vastissima quantità di documenti, la cui  lettura, di estremo interesse, risulta complessa  e, se fatta da angolature non corrette, può risolversi frammentaria e incompleta.

Nel Parlamento italiano appena costituito dopo l’Unità un deputato meridionale, Salvatore Morelli (1824-1880), nato a Carovigno (Lecce)  ma vissuto a Napoli, presenta nel 1867, per la prima volta, un disegno di legge “per la reintegrazione giuridica della donna”. Un disegno di legge di appena quattro articoli per la parità tra uomo e donna.

La proposta di legge di Salvatore Morelli  non solo non fu ammessa alla lettura in aula, ma non fu conservata nemmeno nell’archivio della Camera. Fu lo stesso Morelli che provvide a farla stampare e a distribuirla.

Nella discussione sul bilancio dello Stato per l’anno 1868 l’on. Morelli intervenne per proporre di cancellare dal bilancio il capitolo riguardante i sifilocomi: “Esso è ingiusto, perché in tempi di penuria sottrae una cospicua cifra dalle casse dello Stato senza poterne constatare la utilità dell’uso, ed è indecoroso, perché è la prova legale della tolleranza della prostituzione”.

Le proposte e i disegni di legge di Salvatore Morelli non furono approvati dal Parlamento, salvo uno “per accordare alle donne la facoltà di testimoniare negli atti pubblici”, presentato nel 1877, quando era Ministro di Grazia e Giustizia Pasquale Stanislao Mancini.

Si dovette aspettare un bel po’ per vedere realizzarsi le proposte di Salvatore Morelli sulla parità tra uomo e donna. Il primo di febbraio del 1945 il Decreto Luogotenenziale n. 53 estendeva alle donne il diritto di voto. Una conquista non facile, frutto delle lotte iniziate nel secolo XVIII, e sostenute in  modo più incisivo dalla seconda metà del secolo XIX, da parte dei movimenti femministi soprattutto inglesi. La Spagna, la Norvegia, l’Australia furono paesi che precorsero i tempi estendendo il suffragio alle donne; dopo la prima guerra mondiale anche gli Stati Uniti. In Italia, ma anche in Francia, il suffragio universale arrivò dopo la seconda guerra mondiale, e una legge del 1963 ha aperto alle donne la possibilità di intraprendere e svolgere tutte le professioni.

                                                                

 

Salvatore Morelli e le pari opportunitàultima modifica: 2007-10-16T19:41:52+02:00da manphry
Reposta per primo quest’articolo