Vecchi o giovani?

Ci sono delle domande a cui è veramente difficile dare risposte. Come quella rivolta, probabilmente da un suo superiore nell’episcopato, al vescovo Pompeo Sarnelli (1649-1724) ordinario della diocesi di Bisceglie dal 1693.
“Qual sia miglior partito eleggere i vecchi, o i giovani al Vescovado”. Mons. Sarnelli, fatto vescovo a 44 anni, una risposta doveva darla. E la pubblicò nel secondo volume di Lettere Ecclesiastiche, a Napoli nel 1696.
“Ella dimanda ad un giovane qual sia miglior partito eleggere i vecchi, o i giovani al Vescovado. Or che le ha da rispondere il giovane? Ma per farle vedere, che io sono un giovane ingenuo, riferirò a V. S. le ragioni dell’una, e dell’altra parte, ed ella stessa sia il Giudice.”
“Supponiamo però d’intendere giovane un huomo di 30 anni di età… E vecchio un huomo di sessant’anni, secondo la comune.”
Espone, quindi, le ragioni dell’una e dell’altra ipotesi. Naturalmente sono continui i riferimenti agli antichi autori, ai papi e ai concili.
“Ed è da mettersi in dubbio, dice l’anziano, che le Prelature, ed i governi non debbano darsi, che a vecchi, anche più in là de’ sessant’anni? Lo stesso Iddio, che governa il tutto, per dare a noi quest’esempio, apparve all’huomo de’ desiderii così canuto, che i suoi capelli sembravano fiocchi di lana”
“E senza andar ripigliando ad una ad una le proposizioni della vecchiaia, le concederò, che quanto ha rapportato va bene per gli Consiglieri, non già per lo reggitore, il quale adoperar dee non solo il senno, ma eziandio la mano: e precisamente il Vescovo, che sempre esser deve in opera: onde S. Paolo Episcopatum per la parola Opus venne a spiegare”.
“E’ vero, che se Presbyter si esplica senior: vecchio dev’essere il Prete, più vecchio il Vescovo; ma di qual vecchiaia? non diuturna, dice la Sapienza, neque annorum numero computata (non contata dal numero degli anni); cani autem sunt sensus hominis, et aetas senectutis vita immaculata (canuti sono i sensi dell’uomo, e l’età della vecchiaia è una vita immacolata). Quella è la vecchiaia, che dev’essere nell’eliggendo al Vescovado, non quella degli anni. E donde avviene, che le Diocesi vaste son devastate, se non che dall’essere stati eletti Vescovi, ed Arcivescovi di età cadente, che non han potuto personalmente visitare. O quanto fa quel descendam, et videbo (scenderò e vedrò) !. Ci sono i Vicarii è vero, ci sono tanti ministri; ma che pro? Christo, che volle salvare il mondo, non mandò Vicario, discese egli dal Cielo in terra. Voglion Vescovi vecchi que’ che desiderano lasciato il mondo, come si trova, e però trovan soggetti bisognosi più di essere governati, che potenti a governare: non utilitatem elgunt, sed aetatem (non scelgono l’utilità, ma l’età). Un vecchio non pensa a far beneficii né alla casa, né alla Chiesa, né a poderi, non dovendone esso godere; non pensa a mettersi ne’ guai, pensa, come disse Seneca, ad uscirne”.
E con riferimento alla storia di Roma antica:“ Or diciam così: Se i Senatori, che dovean dar consiglio, divenuti vecchi, non erano più a ciò chiamati: quanto maggiormente non deve esser eletto Vescovo si fatto vecchio quando il Vescovo deve operare non solo col senno, ma colla mano. Anzi il vecchio non solo non dev’essere eletto, ma trovandosi Vescovo, la vecchiaia gli è una delle giuste cagioni per rinunciarlo”.
In buona sostanza per mons. Sarnelli il compito del vescovo è quello di svolgere attività sapiente, a contatto con la gente, e non lasciare il mondo così come l’ha trovato al momento dell’assunzione dell’importante incarico, soprattutto quando la diocesi è sonnolenta o insensibile del tutto al messaggio cristiano.

Virgilio Iandiorio

Vecchi o giovani?ultima modifica: 2017-10-17T11:55:03+02:00da manphry
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