Crisi vecchie e crisi nuove

Viene spontaneo di  dire, a proposito dell’attuale crisi, che:  L’è dura, l’è dura! Come andava ripetendo  il Griso, ne “i Promessi Sposi” quando  era andato a vuoto il rapimento di Lucia. Periodi di grande difficoltà, di grane per tutti (o quasi), non sono mancati nel passato. Ogni epoca ha avuto la sua crisi. In tutte le crisi, però, si sono verificati episodi di malcostume. Un elemento che le accomuna.

Nei  mesi  immediatamente seguenti all’unificazione della nostra penisola,  una grave crisi sconvolse  le regioni  che  formavano il Regno di Napoli. Nel 1863 Pietro Calà Ulloa,  presidente del consiglio dei ministri del Re delle Due Sicilie in esilio, pubblicò  il libro ”LETTERE NAPOLITANE” , tradotte dal francese da Teodoro Salzillo (Pozzilli, 1826 – Venafro, 1904), intellettuale e legittimista del Regno di Napoli, che partecipò a numerosi battaglie contro l’esercito piemontese.

Pietro Calà Ulloa sa bene che il suo racconto di quegli eventi  è fatto da persona di parte;  e lo dice in modo chiaro. “La Storia sincrona -egli scrive nella premessa-  ammaestra direttamente, ma deve combattere le vive passioni ed opinioni del momento. Essa non può sperare di svellere dal cuore ingiuste prevenzioni, e né tampoco scemarne la violenza; poiché è impossibile distruggerne il potere. Ma d’ altra parte, trattandosi dei destini della patria bisogna saper sfidare lo sdegno dei contemporanei. .. Se mi è impossibile domar la passione che si muove a sdegno contro il delitto, e protestar contro la fortuna, anche essendo parziale, porto speranza di non esser giammai ingiusto.”

Nella lettera indirizzata a Benjamin Disraeli (Londra, 1804 – Londra, 1881) esponente di spicco del Partito Conservatore e due volte primo ministro del Regno Unito, Pietro Calà Ulloa riferisce sul disordine amministrativo nell’ex Regno di Napoli e su scandalose appropriazioni da parte di esponenti del nuovo governo dell’Italia unita.

“Il ministro Conforti [Raffaele Conforti (Calvanico, 1804 – Caserta, 1880) nel 1848 fu nominato ministro dell’interno nel governo costituzionale del Regno delle Due Sicilie presieduto da Carlo Troya] prese per lui 300.000 franchi, totale stipendio che egli avrebbe dovuto ricevere, durante dodici anni come ministro, se fosse restato in tal posto; ma non lo era stato che quaranta giorni. Conforti ministro caduto col quindici maggio [1848] , par che abbia ragionato, come molti altri, a questo modo: se non fossi stato in esilio, avrei durato eternamente nel ministero , e poiché ad un ministro spettan ducati sei mila annui, la somma a me dovuta è di ducati settantaduemila.”

”Si cita un ufficiale superiore che fece passare il suo figlio, dell’età di sei anni per ufficiale e li fece pagare due mesi di soldo.  I disordini del commissariato non erano meno vergognosi. Si ordinarono 72.000 cappotti per l’armata meridionale, che si componeva di circa 25.000 uomini; questi cappotti, pagati dal tesoro, non furono giammai consegnati . Quest’ ufficiale era italiano e garibaldino dei più accesi , e si dispiace il traduttore non saperne il nome per tramandarlo ai posteri come uno degli autori dell’ Italia una, che in Napoli, si traduce spogliatore.”  E sono molti gli episodi che il capo del governo in esilio enumera.

“Questi fatti sono avvenuti all’ epoca della transizione tra la rivoluzione e la invasione. Sotto il Piemonte il debito pubblico fu aumentato di cinque milioni. Torme d’impiegati in ogni grado, calarono dalle Alpi sopra Napoli, locuste avide di larghe indennità e di pingui stipendi. Il prefetto militare, a Napoli, oltre il suo soldo di generale e de’ suoi stipendi come prefetto, percepisce 12.000 franchi, per le spese di rappresentazione e dispone di due palazzi reali. Due impiegati, che l’assistono, assorbiscono il rimanente de’ 304.000 franchi, costo della prefettura militare di Napoli. Pisone, in Grecia, e Verre in Sicilia, erano forse più modesti. L’ammiraglio Tolosano si è stabilito nello splendido albergo del Principe di Capua. Un consigliere della luogotenenza, alloggiò in uno appartamento reale e si fece concedere 60.000 franchi di spese per ristaurazione, e per costruirvi un teatro.”  Crisi d’altri tempi!          VIRGILIO IANDIORIO

Crisi vecchie e crisi nuoveultima modifica: 2012-10-03T17:17:57+02:00da manphry
Reposta per primo quest’articolo