LUCI DI NATALE

Natale è arrivato. In tutti i paesi si fa a gara a chi mette più luci per le strade, sugli abeti, alle porte e alle finestre. Non mi fraintendete, gridino altri allo spreco; la mia è semplice costatazione. Tanti luci per Natale, dovrebbe significare la riscoperta di una festa dal profondo senso religioso. Ma è proprio così? Non credo. In molte parrocchie, infatti, la domenica, alla celebrazione della messa, nelle chiese pochi fedeli. Come a dire, molte le lampadine, poca la  fede.

Un tempo, alla domenica e nei giorni di festa, voleva dire andare in chiesa per partecipare alla celebrazione della messa. Oggi, alla domenica e nei giorni di festa,  si assolve  quello che una volta era “precetto” della Chiesa, andando al più vicino centro commerciale; a quello più lontano si va ogni tanto, come una volta si andava al santuario di Pompei. Anche perché tra strade chiuse per restauro ponti, senso alternato di circolazione per consolidamento strada in zona franosa, divieto di circolazione in città per non inquinare, consumiamo tempo e carburante nel  percorrere pochi chilometri di strade. Figuratevi per andare  in chiesa, alla messa!

Nei supermercati e nei centri commerciali (la differenza tra loro è solo nella grandezza), la gente va come in chiesa. Questi luoghi sembra che assolvano bene anche la funzione religiosa. I clienti del supermercato si muovono in religioso silenzio tra gli scaffali e gli spazi espositivi. Avete mai sentito schiamazzare in un supermercato? Si passa  davanti agli scaffali ripieni, come una volta si passava in chiesa davanti alle nicchie dei santi. E ci si ferma davanti allo scaffale dei biscotti come davanti alla statua di una santa o di un santo. Non si accendono devotamente  lumini e candele, ma si prendono le confezioni delicatamente e si adagiano, sempre delicatamente, nel carrello della spesa.

Al reparto dei salumi, immancabilmente, ci si avvicina con religioso rispetto al San Daniele ( è il più “caro”), poco ci manca che gli  si dica anche una preghiera. Non a caso hanno chiamato San Crispino i brick con il vino, un liquore santo, e tutto sommato simile a quello che anche il sacerdote utilizza quando celebra; ma il suo è garantito, proviene da produttore sicuro, vale a dire che  il vino lo fa con l’uva. Anche l’acqua minerale, se non è santa, porta il nome di qualche santo: Santo Stefano, Sant’Anna ecc.

Se le nuove nostre chiese sono diventati i centri commerciali, o come preferite chiamarli, e sono sempre sfavillanti di luci e accattivanti per i clienti, è bene che anche le vie dei nostri paesi siano illuminate. Nessuno vuol vedere che i nostri paesi  sono diventati spettrali: senza più gente che abbia la voglia di scambiare quattro chiacchiere con i compaesani. E’ veramente una tristezza vedere l’albero di Natale piantato lì nella piazza principale solo soletto, a fare luce non si sa proprio a chi.

Ci sono paesi e città, non solo in Italia, che si sono inventati i mercatini di Natale. E la gente vi accorre, ma trova il mercato, non il Natale. Che dire poi della folla che si accalca per le strade del centro storico di Napoli per visitare via S. Gregorio Armeno, dove si espongono presepi e pastori di tutti i tipi.

Per quest’anno il miglior Natale che io possa immaginare (e consigliare): visitare la strada dei pastori di Napoli, fare spesa ai mercatini di Natale a Berlino, assistere a qualche presepe vivente  in qualche paese, e ce ne sono anche per i turisti  più esigenti.

Che cosa tutto questo ha a che vedere con il Natale?  E’ una domanda che è meglio non porsi. Si corre il rischio che a qualcuno del governo venga in mente di dare un reddito di cittadinanza ai pastori del presepe, che, finita la festa di Natale, rimangono disoccupati per tutto il resto dell’anno.

Virgilio Iandiorio

LUCI DI NATALEultima modifica: 2018-12-24T19:56:22+01:00da manphry
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