Le elezioni e la disfatta di Canne.

Le amministrative di giugno si avvicinano e nella città capoluogo (Avellino) c’è veramente l’imbarazzo della scelta, per l’elettore. Tante sono le liste e tantissimi i candidati ad un posto di consigliere comunale. Meglio abbondare che essere ai verbi difettivi, diceva Totò.

Comunque non sono mai mancate nei paesi irpini le competizioni politiche, anche nel passato più remoto. Mi viene in mente lo scontro politico avvenuto a Compsa, all’indomani della vittoria cartaginese sui romani a Canne nel 216 a. C. Fu una sconfitta che i Romani ricordarono per tutta la loro storia, perché fu un evento veramente tragico, con tantissimi caduti sul campo di battaglia. Certamente più grave della sconfitta della nazionale italiana di calcio, eliminata dal campionato mondiale in Russia, nel prossimo mese di giugno.

Tito Livio (23, 1,2) ha così riportato il fatto (qui in una traduzione settecentesca):” Annibale, dopo la battaglia di Canne, dopo aver presi e saccheggiati gli alloggiamenti Romani, s’era mosso incontanente dalla Puglia verso il Sannio, chiamato nel paese degl’Irpini da Stazio, che gli prometteva di dargli in mano la città di Compsa. Era di Compsa Trebio, cittadino de’ più ragguardevoli; ma il soperchiava la fazione dei Mopsi, famiglia potente pel favore dei Romani. Essendo i Mopsiani, dopo la nuova della sconfitta di Canne e della venuta di Annibale, disseminata dai discorsi di Trebio , usciti dalla città, questa senza contrasto è consegnata ad Annibale; e vi fu posto presidio. Lasciata quivi, tutta la preda, ed i bagagli , Annibale , diviso l’esercito, comandò a Magone, che prendesse possesso delle città del paese, che si ribellassero, o sforzasse a rendersi quelle, che resistessero. Egli, attraversando la Campania, si dirizza verso il mare di sotto (Tirreno), per assediare Napoli”.

Era accaduto a Compsa, quello che stiamo vivendo di questi tempi. Stazio Trebio, che si oppone alla famiglia dei Mopsi filoromana, va gridando per la città irpina “Roma ladrona” perché vuole che apra le porte ad Annibale vittorioso. Lo storico Tito Livio non riporta le parole di Stazio Trebio, ma è facile immaginare i suoi “àpage Romam; àpage Mopsios,et Mopsianos”, un modo latino di mandare a quel paese una persona non gradita.  Alla fine Trebio ha buon gioco degli oppositori, che abbandonano la città e Compsa viene consegnata ad Annibale. Sappiamo, però, come poi sia andata a finire la cosa; ma in quel momento il furore popolare della fazione antiromana ebbe la meglio su quella filoromana.

E oggi che la scelta dell’elettore non è tra Cartagine e Roma, tutto si gioca sulla prova del candeggio (ricordate quel famoso spot pubblicitario?), sullo scegliere il candidato che “più bianco non si può”. Perché la contrapposizione tra le diverse liste si gioca a chi ha più candore, più nettezza nelle mani. Tutto il resto è superfluo.

Ho abitato per alcuni anni in un grande condominio di una grande città, con il suo amministratore sensibile agli affari e per questo molto chiacchierato, come mi dissero subito. Il condominio accanto aveva un amministratore tutto d’un pezzo. Un collega che vi abitava, si lamentava spesso con me perché questo suo amministratore integerrimo, per cambiare una lampadina fulminata si faceva scrupoli su dove acquistarla ed era capace di fare il giro di tutti i rivenditori di materiale elettrico per trovare quella più a buon mercato; ma così i condomini restavano all’oscuro anche per giorni. Nel mio condominio nessuna lamentela, un guasto di qualsiasi genere si riparava in una giornata, se non in un’ora. Quale dei due è stato amministrativamente più valido? La risposta non è poi tanto scontata, perché insorge sempre la voglia di fare come il Trebio dell’antica Compsa.

Virgilio Iandiorio

 

Le elezioni e la disfatta di Canne.ultima modifica: 2018-05-21T15:17:05+02:00da manphry
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