Sanremo, trionfi e disperazioni.

Qualche considerazione a margine del Festival di Sanremo, appena concluso. Quale è l’umore di chi ha partecipato al concorso canoro, ma non ha avuto quella “gloria” che si aspettava, come è nei desideri di tutti quelli che prendono parte ad un concorso? Ho riletto la prefazione che Biagio Antonacci, famoso  cantante e musicista, cantautore milanese classe 1963, ha scritto al … Continua a leggere

Rimedi e veleni con le erbe,

Erbe, fiori, frutti sono stati sempre considerati validi per curare ogni forma di malattie del corpo. “Questi soli rimedi erano piaciuti alla natura, pronti in ogni luogo, facili a trovarsi e non dispendiosi, fatti con cose con cui viviamo (Plinio, Naturalis Historia, XXIV,1). Nei nostri paesi, diverse cure del corpo venivano affidate a rimedi forniti dal mondo vegetale. Una diarrea … Continua a leggere

Quando si dice pregiudizio atavico!

Strana sorte toccata agli Ebrei: ricordati e beatificati quando sono morti, bistrattati e condannati quando sono in vita. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre  la voglia di dar fuoco alla Stella di Davide è arrivata anche nei paesi occidentali, non per avversione al governo Israeliano, ma al suo popolo e alla sua storia. Agli Israeliani sta succedendo quello che … Continua a leggere

Morale cattolica:quale?

E se invece di correre dietro alle esternazioni del Papa  felicemente regnante, leggessimo le Osservazioni sulla morale cattolica di Alessandro Manzoni? Considerazioni di un laico, di un credente, quelle che Manzoni pubblicò nel 1819 per rispondere a Sismondo Sismondi (1773-1842), che nella sua Storia delle Repubbliche Italiane del Medioevo aveva sostenuto  che fosse stata la Chiesa cattolica a corromperne la … Continua a leggere

Il pane e il vino.

C’era una volta la civiltà contadina. In mezzo secolo sembra scomparsa una civiltà di cui, forse,  quelli della mia generazione, sono stati (o siamo stati) gli ultimi spettatori. A raccontarlo adesso quello che si è visto, c’è da credere che si stenterebbe a ritenerlo veramente accaduto nelle zone interne del Meridione. Così, però, si viveva. E ci si accontentava di … Continua a leggere

Vitalità dei toponimi

Quando in documenti medievali leggiamo castrum, oppidum, terra, rocca, casale, civitas siamo portati a tradurre tutti con il termine nostro di paese. Se venivano dati nomi diversi ai centri abitati del Regno di Napoli un motivo doveva pure esserci. Ad esempio l’appellativo di civitas era appannaggio dei centri con un vescovo o che avessero un ufficio regio o che avessero … Continua a leggere

Mutamenti linguistici.

E’ veramente necessaria una legge che protegga la lingua italiana dalla valanga di parole ed espressioni inglesi? O è il fluire della lingua, di qualsiasi nazione, che non si può arrestare con dighe e sbarramenti? Lo sapevano già i latini. In quella che è conosciuta come Appendix Probi, risalente al III-IV secolo d. C., sono riportate più di duecento parole … Continua a leggere

Gli Albanesi di Melfi

Come comportarsi con gli stranieri che vengono a vivere da noi? E’ un interrogativo che ci poniamo noi oggi, ma che si sono posto tanti nostri antenati nei secoli passati, quando si sono trovati a convivere con persone di altra nazione. Nella prima metà del XVI sec, il giurisperito Roberto Maranta della città di Venosa venne chiamato a dare il … Continua a leggere

Se scambiamo i ruoli.

Non molto tempo fa quel simpatico di Francesco Paolantoni, attore napoletano, presentò alla televisione nazionale uno sketch sull’antipatia dei settentrionali verso i napoletani. Paolantoni nella parte del denigratore dei napoletani, argomentava con ragionamenti astrusi la sua tesi e concludeva, a giustificazione del suo atteggiamento, con queste parole:” Non sono io razzista, ma sono loro che sono napoletani”. Mi sono ricordato … Continua a leggere

Non solo problemi di lingua.

Le novità portate dal nuovo governo riguardano anche la lingua italiana. Ci sono state polemiche quando il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, una donna, ha detto che voleva essere chiamata “signor presidente” non “la presidente” men che mai “presidentessa”, che si presta a fare rima con parole  volgari. Che dire poi del fatto che il Ministero dell’Istruzione si è … Continua a leggere