L’assassinio premeditato delle lingue classiche.

Giovane docente di lettere classiche in una scuola secondaria di Roubaix e Tourcoing (città al confine con il Belgio), Isabelle Dignocourt non ha avuto timori reverenziali a prendere carta e penna e scrivere al suo Ministro, responsabile dell’istruzione nazionale di Francia, per difendere l’insegnamento del latino e del greco sempre in pericolo di soppressione. Evidentemente la lettera al Ministro da parte della prof. Dignocourt ha suscitato interesse nel suo paese, per cui ha pensato bene di scrivere un pamphlet sui tentativi reiterati di far fuori le lingue classiche dai curricoli scolastici. La lettera  è riportata integralmente nel libro “L’éducation nationale, une machine à broyer“, ben 13 pagine; nel tono   c’è l’eco di Zola dell’affare Dreyfus:” io Vi accuso, con tanti altri che vi hanno preceduto, di essere responsabile e colpevole dell’esasperazione in cui affondate la nostra gioventù. Io Vi accuso di rifiutare ai miei futuri alunni tutta la ricchezza di cui hanno beneficiato le precedenti generazioni… Io Vi accuso di privare i miei più giovani alunni dell’esigenza e dell’eccellenza a cui io, fanciulla del popolo, ho avuto diritto, e di essere responsabile della loro incultura futura”. Il libro della Dignocourt, pubblicato nel mese di giugno di quest’anno dall’Édition du Rocher di Monaco, è quasi il diario della sua carriera scolastica e professionale: da alunna e da docente. “Non ci si deve annoiare a scuola e non sarò io –scrive la nostra prof.- a dire il contrario”. Ma  il suo ricordo di alunna adolescente annoiata in classe, “fa parte del bagaglio di esperienza che io utilizzo per sondare la noia dei miei alunni: ma non troppo veloce, non troppo presto, perché questa stessa mia esperienza mi ha fatto capire che la noia è anche una fonte di immaginazione. Un ragazzo sviluppa un’energia e una inventiva straordinaria per uscire dalla sua noia, credetemi”.

La narrazione si sviluppa su questi due piani: quello dell’alunna, il passato, e quello della docente, il presente. E i due piani non corrono paralleli, ma si intersecano, trovano i punti di contatto.” Io ho amato maggiormente la letteratura perché ho incrociato nel mio cammino scolastico insegnanti appassionati che mi hanno trasmesso questa passione?… Ho detestato le matematiche per un fatto innato o perché ho fatto dei brutti incontri?.. Non lo so. In ogni caso è chiaro che (negli anni di scuola) si è forgiata l’idea precisa del professore che io volevo essere più tardi e di quello a cui in nessun caso volevo somigliare”.Nei suoi venticinque anni di insegnamento la Dignocourt ha visto cambiare tredici Ministri. E ognuno di essi era giunto al ministero con l’intenzione di riformare la scuola.” Salvo che al ministero dell’educazione nazionale, si trovano raramente dei cavalli di razza che abbiano la possibilità di muoversi in tutta libertà. Il più delle volte si trovano dei cavalli a dondolo sulla giostra, che fanno girare i tecnocrati, questi famosi esperti al potere che privilegiano tecniche e teorie a detrimento di considerazioni sociali e umane… qualche volta si incontra un mulo testardo e coraggioso che porta fino in fondo una riforma che potrebbe essere il contrario delle sue convinzioni; ma gli stessi tecnocrati hanno così ben confezionato il pacchetto che il nostro Ministro mulo, che non è al corrente della quotidianità dell’insegnamento ma a cui hanno venduto delle belle teorie, forse non si renderà nemmeno conto di quello che porta”.L’insegnamento delle lingue classiche” un assassinio premeditato da lunga data” in questa ricerca frenetica di cambiamento nella continuità.

Virgilio Iandiorio

L’assassinio premeditato delle lingue classiche.ultima modifica: 2017-11-21T00:20:41+01:00da manphry
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